C’è anche un po’ di Italia nel volo di Solar Impulse 2
Decollato da Abu Dhabi, è atterrato a Muscat. Il 9 marzo si è svolta la prima tappa, di circa 400 chilometri coperti in 12 ore, del giro intorno al mondo di Solar Impulse 2, l’aereo che vola senza carburante, facendo il pieno solo di energia solare. Viene catturata attraverso oltre 17 mila celle fotovoltaiche ultrasottili installate sulle ali, che si estendono per 72 metri, e sono realizzate, come molti altri componenti del velivolo, facendo larghissimo uso di materiali plastici forniti da due sponsor del calibro di Solvay e Bayer MaterialScience.
A rendere possibile questa impresa pionieristica c’è anche un po’ di Italia. Solar Impulse 2, infatti, vola anche grazie al Centro Ricerche di Bollate (Milano) e allo stabilimento a Spinetta Marengo (Alessandria) di Solvay Italia. Il primo ha collaborato attivamente allo sviluppo delle soluzioni tecnologiche adottate per la realizzazione delle celle fotovoltaiche e dei sistemi di stoccaggio e di utilizzo dell’energia solare, mentre il secondo ha fornito alcuni componenti che contribuiscono al funzionamento del sofisticato sistema di alimentazione dell’aereo.
Solar Impulse 2 viaggia a una velocità tra 50 e 100 chilometri all’ora e volerà intorno al globo per circa 25 giorni nell’arco di cinque mesi, equipaggiato con 15 prodotti di Solvay - tra cui polimeri ad alte prestazioni, fibre, pellicole, lubrificanti, rivestimenti - che trovano applicazione in oltre 6000 componenti. Dodici sono gli scali previsti toccando Asia, Africa, Europa e America, prima di fare ritorno ad Abu Dhabi. Una delle tappe più impegnative sarà la trasvolata dell’Oceano Pacifico, 5 giorni e 5 notti senza scalo dalla Cina alle Hawaii.