Tutto sul mercato dei prodotti petrolchimici

Gli operatori nel settore materie plastiche di tutto il mondo, dai produttori di polimeri ai trasformatori, passando per i distributori, si sono ritrovati ad Amsterdam il 26 novembre, dove ChemOrbis ha organizzato una conferenza internazionale sull’industria petrolchimica. Suddivisa in varie sessioni, la giornata di lavori si è aperta con la presentazione di Patrick Kirby di Wood Mackenzie, intitolata “Qual è il feedstock chimico più utilizzato e perché?”. Ne è emerso uno scenario profondamente diverso a quello del 2008 - quando a dominare era il crollo del greggio - caratterizzato mercati petroliferi ancora deboli a fronte di una domanda che sta crescendo e un’economia globale non più in recessione. Secondo Kirby, i prezzi del petrolio torneranno a essere bilanciati nel 2016, poiché il calo del greggio porterà a una riduzione della produzione dei paesi che non fanno parte dell’OPEC.

L’intervento successivo di Michael Emmelius di Nexant si è concentrato sull’industria petrolchimica e su quella dei polimeri del Medio Oriente, evidenziando come la diminuzione dei prezzi del petrolio stia portando a una significativa crescita della competitività dei cracker a nafta. Emmelius ritiene che le esportazioni di PP dal Medio Oriente in Cina diminuiranno notevolmente dal 2016 al 2020, perché gli investimenti in atto in Cina stanno portando il paese verso l’autosufficienza. La domanda maggiore di poliolefine mediorientali proviene dalla Turchia, seguita dall’Arabia Saudita e dall’Iran, dove le sanzioni verranno gradualmente revocate dall’inizio del 2016. Sebbene, secondo Nexant, ci vorranno 3- 4 anni prima che l’industria petrolchimica iraniana torni ai livelli precedenti alle sanzioni.

Riguardo all’Iran, Kambiz Mirkarimi, responsabile commerciale e direttore esecutivo di Jam Polypropylene nella sua presentazione ha affermato che il paese diventerà il principale produttore di prodotti petrolchimici del Medio Oriente entro il 2025, con l’avvio di 180 milioni di tonnellate annue di nuova capacità. Il paese ha infatti facile accesso alle materie prime e dispone delle più ampie riserve di gas al mondo, mentre si posiziona al quarto per quanto riguarda quelle di petrolio. Mirkarim ha aggiunto che l’Iran ha intenzione di aumentare la propria produzione di PE entro il 2017, per un totale di circa 4 milioni di tonnellate all’anno. Quanto al PP, il paese dovrebbe arrivare a quota 750 mila tonnellate annue entro il 2017.

L’intervento successivo da parte di Andrey Zotov, direttore della divisione polimeri di base di Sibur, ha sottolineato come l’industria petrolchimica russa stia ancora crescendo, nonostante gli indicatori economici negativi. La produzione di PP in Russia è aumentata del 148% dal 2007, mentre le capacità totale di poliolefine ha superato i 3 milioni di tonnellate annue. Tra il 2014 e il 2021, il mercato del PE nell’area CSI dovrebbe crescere del 2,8% su base annua, mentre per il PP ci si aspetta una crescita media del 4,2%. Zotov ha affermato che, nei prossimi anni, la Russia diventerà esportatore di PP e PE, prevalentemente verso Europa, Turchia e Cina.

La presentazione di Udo Jung della Boston Consulting Group ha chiuso la conferenza esaminando i principali trend dell’industria petrolchimica globale. Per quanto riguarda la Cina, è stato sottolineato che i materiali a base di carbone accresceranno la loro quota di mercato nella produzione sia di etilene sia di propilene, mentre i prezzi e la redditività dipenderanno dal differenziale tra petrolio e carbone. Jung ritiene che nei prossimi anni la Cina continuerà a guidare la domanda globale di prodotti chimici e petrolchimici, ma che la mancanza di autosufficienza per quanto riguarda le materie prime e la dipendenza dalla nafta importata costituiscono uno svantaggio in termini di costi.