Pneumatici fuori uso (2)

Il contributo ambientale non è una tassa, ma l'importo necessario per contribuire al completo trattamento dei Pneumatici Fuori Uso (PFU). Si tratta della razionalizzazione di un costo che l'automobilista oggi sostiene già, che verrà solo reso trasparente rispetto al prezzo del pneumatico: sarà versato solo dagli acquirenti di pneumatici e sarà finalizzato esclusivamente al finanziamento delle operazioni di raccolta e recupero, sotto il controllo del Ministero dell'Ambiente.
Questo è quanto precisa Ecopneus, il consorzio senza fini di lucro creato dai principali produttori di pneumatici, che assicura la raccolta e il recupero dei PFU in ottemperanza al D.M. 82 dell'11 aprile 2011.
Fino ad oggi, i gommisti o le officine di servizio pagavano un determinato importo al soggetto che andava a ritirare le loro giacenze. Questo costo è quindi da sempre compreso nei costi di gestione complessivi dell'attività lavorativa degli operatori, al pari degli altri costi fissi abituali (come ad esempio le utenze, l'affitto dei locali, gli stipendi del personale, la manutenzione macchine da lavoro, ecc.).
Con l'entrata in vigore di questo Decreto, questo costo viene scorporato in fattura, reso univoco, controllabile e tracciabile in ogni suo passaggio. Con il nuovo sistema gli operatori del ricambio usufruiranno del servizio di ritiro dei PFU gratuitamente. Il contributo ambientale versato dal cittadino automobilista all'atto dell'acquisto del pneumatico nuovo servirà a coprire i costi di un sistema efficiente ed efficace di raccolta e di riciclo dei PFU, garantendo alla collettività e al Paese una serie di vantaggi.