Mossi Ghisolfi chiede il concordato preventivo

L’annuncio da parte di Mossi Ghisolfi è arrivato il 17 ottobre: otto società italiane del gruppo - Mossi & Ghisolfi, M&G Finanziaria, Biochemtex, Beta Renewables, Italian Bio Products, IBP Energia, M&G Polimeri e Acetati Immobiliare - hanno depositato avanti al Tribunale di Alessandria il ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 161, sesto comma, della Legge Fallimentare, al fine di assicurare la par condicio creditorum.

Una nota del gruppo spiega che le società hanno allo studio un’ipotesi di piano e di proposta di concordato che consenta alla complessiva realtà aziendale la sua prosecuzione in continuità, non potendo tuttavia escludere, all’esito delle verifiche tecniche in corso, soluzioni alternative.

La richiesta è giunta dopo che negli ultimi giorni c’erano stati diversi segnali di crisi per il gruppo che ha sede a Tortona, in provincia di Alessandria, quali l’anticipo ai dipendenti di una parte dell’ultimo stipendio e la richiesta di incontro con i sindacati per avviare la procedura per la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori italiani.

Si tratta di un duro colpo per la città, poiché la multinazionale italiana è una presenza storica nella zona e aveva portato il nome di Tortona nel mondo. La situazione potrebbe avere ripercussioni anche sul largo indotto delle attività dell’azienda.