La trasformazione cinese perde slancio

In occasione di un recente convegno, i vertici della China Plastics Processing Industry Association (CPPIA) hanno commentato gli indicatori settoriali relativi al primo semestre del 2013.
La produzione di manufatti in plastica è aumentata dell'8% circa (fino a 29,3 milioni di tonnellate, cioè il 20-25% della produzione mondiale), ovvero un tasso paragonabile a quello del 2012, ma decisamente inferiore al +22% del 2011. In particolare, sono le esportazioni a mostrare una certa debolezza, essendo progredite di meno di due punti.
Secondo la CPPIA, i motivi che determinano il rallentamento del comparto - che riguarda soprattutto le aziende di piccole dimensioni e con produzioni a minor valore aggiunto - sono la sovraccapacità produttiva nazionale, il crescente costo della manodopera e l'apprezzamento del renmimbi (o yuan, la valuta della Repubblica Popolare Cinese). Per il secondo semestre e a consuntivo del 2013, l'associazione cinese non si attende variazioni di rilievo.
In base ai dati Istat, nei primi sei mesi dell'anno in corso, l'export italiano di macchine per materie plastiche e gomma verso la Cina si è attestato sui 48 milioni di euro, registrando una contrazione del 24% rispetto al gennaio-giugno 2012. Fra le principali voci doganali si evidenziano: estrusori (6,1 milioni di euro), macchine per formare e modellare (4,7 milioni), termoformatrici (poco più di 4).