Industria chimica, motore di sviluppo sostenibile
Il 3 novembre, presso la Regione Lombardia, è stato presentato il XXI Rapporto Responsible Care, il programma volontario dell’industria chimica per la tutela di salute, sicurezza e ambiente, coordinato in Italia da Federchimica. Confermati gli ottimi risultati nella tutela ambientale e il primato nella sicurezza e nella salute sul lavoro.
Dal 1990 l’industria chimica ha ridotto drasticamente il suo impatto sull’ambiente: -62% di gas serra, - 95% di altre emissioni in atmosfera e -65% di sostanze inquinanti negli scarichi idrici. Un risultato ottenuto grazie agli ingenti investimenti a favore della sostenibilità: il 2% medio del fatturato annuo, oltre il 20% degli investimenti in sicurezza, salute e ambiente. Il comparto è già fortemente orientato allo sviluppo dell’economia circolare: oltre il 55% dei rifiuti prodotti viene riciclato, recuperato o riutilizzato per il ripristino ambientale.
Si tratta di un comparto industriale sicuro, che si impegna ogni giorno a garantire luoghi di lavoro senza rischi per le persone. Secondo i dati Inail, con 8,8 infortuni per ogni milione di ore lavorate, l’industria chimica è tra i settori manifatturieri con le migliori prestazioni.
A parità di produzione, rispetto agli altri settori la chimica fa un uso molto efficiente delle risorse: -17,3% di petrolio utilizzato per la trasformazione in prodotti chimici; +45% di efficienza energetica (risultato ben più stringente dei limiti indicati dall’Unione Europea per il 2020 e per il 2030).
Risultati eclatanti, che ancora una volta segnalano un grande impegno verso i temi sociali e ambientali e che confermano l’attitudine del settore a guardare al futuro in un’ottica di sostenibilità e sviluppo di tutto il manifatturiero. Grazie alla propria pervasività e alle sue innumerevoli applicazioni, la chimica è in grado di supportare con know-how e tecnologia i settori utilizzatori, per realizzare prodotti sicuri, ottenuti con processi sempre più compatibili con l’ambiente lungo tutto il ciclo di vita.
“Un’industria chimica forte e competitiva è una leva di sviluppo sostenibile. Perciò la nostra possibilità di competere deve essere posta al centro dell’agenda politica italiana ed europea, anche e soprattutto quando si discute di obiettivi ambientali”, ha commentato Cesare Puccioni, presidente di Federchimica. “L’economia circolare, che l’Unione Europea intende promuovere, deve ispirare le prospettive di sviluppo delle imprese italiane ed europee. Dobbiamo rendere attuabile questa prospettiva se non vogliamo indebolire ulteriormente la nostra economia. Le scelte da compiere in futuro dovranno andare in questa direzione, cercando di non ostacolare inutilmente il mantenimento e lo sviluppo dell’attività industriale, magari introducendo misure senza un beneficio certo ed evidente per il territorio”, ha aggiunto.
“La sostenibilità è un obiettivo complesso, che si persegue con efficacia solo se tutti - imprese, politica, società civile - opereranno per creare un ambiente favorevole alla nascita di nuove idee, di ulteriore impulso alla ricerca e all’innovazione. Noi abbiamo anticipato i tempi e da anni facciamo la nostra parte, come dimostrano i numeri presentati oggi. Sappiamo di poter dare un contributo innovativo, moderno e rispettoso degli aspetti sociali e ambientali, in modo concreto e aperto con tutti gli stakeholder”, ha concluso Puccioni.
Presenti all’evento l’assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia, Mauro Parolini, il segretario dell'ufficio di presidenza della camera dei deputati, Raffaello Vignali, il presidente di Inail, Massimo De Felice, il direttore regionale dei Vigili del Fuoco della Regione Lombardia, Dante Pellicano, e il segretario nazionale Femca-Cisl, Gianluca Bianco.