L'amministrazione di Delhi ha varato un provvedimento che mette al bando la produzione, la vendita, l'immagazzinamento e l'utilizzo di sacchetti in plastica in tutta la regione, che comprende la capitale indiana. La decisione si inquadra in una rinnovata politica di "tolleranza zero" che coinvolge anche l'utilizzo della plastica per imballare le riviste e i biglietti di invito e di auguri. Già nel 2009 Delhi aveva messo al bando i sacchetti in plastica per la spesa, ma varie scappatoie avevano decretato lo scarso successo della norma. La nuova misura invece è stata estesa a tutti i tipi di sacchetti, inclusi quelli realizzati con plastica vergine o biodegradabile che abbiano spessore uguale o superiore a 40 micron. L'unica eccezione riguarda i sacchi in plastica per la raccolta dei rifiuti sanitari.
Secondo un recente studio del South Asian Network for Development and Environmental Economics, la capitale indiana produce circa il 5% dei rifiuti da imballaggio di tutto il paese, anche se la sua popolazione ammonta all'1,5% di quella totale. Tale studio ritiene che gli effetti più diretti provocati dai rifiuti plastici siano ravvisabili nell'intasamento dei canali di scolo e delle reti fognarie, negli allagamenti e nei problemi igienico-sanitari. E conclude che, nei paesi in via di sviluppo, data la scarsa capacità di applicare simili provvedimenti, sarebbero necessarie strategie più articolate per affrontare la questione, creando un sistema incentivante sia per produttori e rivenditori sia per i consumatori di sacchetti in plastica.