Dati e previsioni piuttosto incoraggianti sono stati diffusi dal Wood Plastic Composites Committee (divisione dell'Associazione cinese dei trasformatori di materie plastiche) in occasione del sesto Forum Internazionale sui WPC (compositi legno-plastica), svoltosi a Ningbo (Cina) il 3 e 4 novembre, sebbene qualche operatore del settore si sia dimostrato piuttosto perplesso.
Nel 2011, infatti, la produzione di WPC in Cina ha raggiunto 680 mila tonnellate - con una capacità nominale che potrebbe addirittura sfiorare 1,2 milioni di t - ma i timori di alcune aziende riguardano soprattutto il verosimile protrarsi della stagnazione all'export e dell'incertezza del mercato interno. Questo risulta caratterizzato da una forte concorrenza e, seppure sostenuto dagli stimoli governativi, apparentemente influenzato, almeno per il momento, soprattutto da una generica ricerca di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale. A proposito di misure statali, si registrano, da un lato, un certo rallentamento nel comparto delle costruzioni, dall'altro, forti investimenti nella ricostruzione della provincia dello Sichuan, colpita da un terremoto nel 2008, con l'impiego di almeno 50 mila t di compositi plastica-legno.
Attualmente, la Cina è il secondo produttore mondiale di WPC, dopo gli Stati Uniti, con una quota del 20% circa sul totale; il 45% della produzione è rappresentato da miscele a base di PVC mentre il rimanente 55% è costituito da prodotti a base di PE, PP, ABS e altri materiali plastici.