“Gli spazi alla fiera K di Düsseldorf sono ormai tutti prenotati da mesi e ci aspettiamo oltre 3000 espositori da tutti i continenti (circa 60 paesi). Siamo lieti di poter contare su oltre 400 espositori italiani, con un leggero incremento nello spazio occupato di circa 27000 metri quadri. Siamo estremamente grati all’industria italiana della plastica e della gomma per questa sua partecipazione e per il supporto alla manifestazione”, così ha esordito Petra Cullmann, direttore Global Portfolio per i settori plastica e gomma di Messe Düsseldorf, durante la conferenza stampa pre-fiera K organizzata il 15 maggio al ristorante Giacomo Arengario di Milano dalla società Honegger Gaspare, che rappresenta Messe Düsseldorf in Italia.
È stato proprio il suo CEO, Armando Honegger, ad aprire la breve conferenza stampa ringraziando i giornalisti intervenuti e invitandoli a partecipare alla principale fiera mondiale dedicata all’industria di materie plastiche e gomma, che si svolgerà a Düsseldorf dal 16 al 23 ottobre 2019.
“A pochi mesi dal K 2019, posso affermare che ogni metro quadro del centro espositivo è già stato venduto, per un totale di circa 176000 metri quadrati; persino gli spazi all’aperto sono ormai completamente prenotati”, ha proseguito Petra Cullmann. “Oltre a questi numeri, vorrei sottolineare alcune differenze che caratterizzeranno la prossima edizione, in confronto alla precedente di tre anni or sono… perché anche i tempi sono cambiati.
Alla conferenza stampa di tre anni fa, per esempio, non abbiamo probabilmente parlato delle relazioni tra materie plastiche ed economia circolare nel modo in cui lo faremmo oggi. La tutela dell’ambiente è, infatti, tra gli argomenti cardine del K 2019. In tempi recenti, molte discussioni politiche e azioni legislative si sono concentrate sull’utilizzo, il riuso e lo smaltimento dei materiali plastici e ritengo che tutto ciò rappresenti una grande opportunità per gli operatori del nostro settore. In ottobre si discuterà certamente di questo e di molto altro ancora. Aziende e associazioni si stanno preparando a mostrare in fiera come l’economia circolare possa aiutare e guidare l’industria delle materie plastiche verso un futuro migliore. Ulteriori focus riguarderanno l’innovazione, l’informazione, gli investimenti e le sfide che attendono il nostro settore nei mesi a venire”.
“Come per il K 2016, prevediamo anche quest’anno più di 200 mila visitatori da tutto il mondo. In questi giorni stiamo organizzando presentazioni in diversi paesi per invitare gli operatori a discutere - oltre che di ecosostenibilità e circular economy - anche di temi caldi, quali: Industria 4.0, miglioramento della funzionalità e dell’efficienza dei processi industriali, manifattura additiva, costruzione leggera con i compositi, nuovi materiali elastomerici, e-mobility… e di molti altri ambiti in cui le materie plastiche possono contribuire a trovare le soluzioni giuste per il mondo di domani”, ha concluso Petra Cullmann.
Situazione economica e sostenibilità secondo VDMA
La parola è quindi passata a Thorsten Kühmann, direttore dell’associazione VDMA Plastics and Rubber Machinery, promotrice della manifestazione K 2019 e facente parte di Euromap insieme all’associazione italiana Amaplast. “Permettetemi di parlare innanzitutto di due argomenti che mi stanno particolarmente a cuore: l’attuale situazione economica del settore e la sostenibilità ambientale dei materiali plastici”, ha affermato Kühmann.
“Se si guarda alla situazione economica dell’industria plastica, si può giustamente dichiarare che, dopo la crisi del 2008-2009 abbiamo goduto di un periodo favoloso fino allo scorso anno, sia a livello mondiale, che europeo. Ma ora la domanda è: “Quanto continuerà ancora la festa?”
Purtroppo ritengo che la festa non durerà ancora a lungo, perché nel 2018 abbiamo raggiunto il picco massimo possibile. In effetti, dalle nostre statistiche risulta che gli ordini siano già in calo dal primo trimestre dell’anno in corso. In VDMA riteniamo che ci siano due motivi per tale trend negativo ed entrambi hanno a che fare con le preoccupazioni riguardanti lo sviluppo di alcuni settori:
1) Automotive, a causa dei dubbi relativi a quali saranno i motori del futuro: elettrici o ibridi? Utilizzeranno batterie, celle a combustibile o idrogeno? Ulteriori incertezze provengono dal fatto che le esigenze del mercato stanno cambiando… e che la guida autonoma è alle porte. Tutto ciò porta a uno stop o a una riduzione degli investimenti, con conseguenze negative per la nostra industria.
2) Packaging; in questo caso le incertezze riguardano il fatto che la plastica è “sotto pressione” da parte delle associazioni ambientaliste, dell’opinione pubblica e ora anche della politica e che i produttori di imballaggi siano costretti a investire in azioni che portino a importanti cambiamenti, relativi soprattutto alla riciclabilità dei propri prodotti. Quindi stanno riducendo anch’essi gli investimenti in altri campi.
La mancanza di investimenti in entrambi questi settori cruciali ha naturalmente un’influenza negativa su tutto il comparto, che sta quindi rallentando, come già accennato. Non si tratta di una situazione drammatica, perché i prodotti europei rimangono di altissima qualità e perché è ormai normale che vi siano cicli economici di 3-4 anni, ma occorre tenere ben presente questa situazione, che, personalmente, ritengo possa durare abbastanza a lungo”.
“Il secondo argomento che mi sta a cuore riguarda l’immagine attuale delle materie plastiche”, ha continuato Thorsten Kühmann. “Girano molti “rumours”, ma vi è anche carenza d’informazione e, spesso, s’incontrano pure errori d’interpretazione. Penso che sia qualcosa su cui dobbiamo assolutamente lavorare, a beneficio della nostra industria. Alla fiera K, per esempio, verrà costruito una sorta di “Villaggio Circolare”, grazie all’unione di forze tra Euromap, PlasticsEurope e Messe Düsseldorf, con i seguenti obiettivi:
1) parlare di fatti e applicazioni positive riguardanti le plastiche, per combattere i “rumours” e le accuse;
2) mostrare come funziona l’economia circolare nell’industria plastica e come i trasformatori possano lavorare insieme a produttori di materie prime e di macchinari per migliorarla ulteriormente;
3) fornire buoni esempi di economia circolare;
4) mostrare cosiddetti “working loop” direttamente in fiera: gli espositori produrranno articoli plastici che saranno riciclati sul posto e poi convertiti in nuovi prodotti sempre all’interno del K, in una sorta di sistema a circuito chiuso”.
“Penso che questo sia solo l’inizio per cambiare le cose”, ha chiosato il direttore dell’associazione VDMA Plastics and Rubber Machinery, “ma tutto ciò non può essere fatto da un’unica persona o da una sola azienda. C’è bisogno di collaborazione tra le parti e di un approccio comune. Questo è ciò a cui stiamo lavorando e in cui crediamo in VDMA. Dopo il programma Blue Competence (ma pur sempre connesso ad esso), ora intendiamo focalizzarci principalmente su un approccio “circolare” e al K 2019 lo dimostreremo insieme ad altre associazioni e ad aziende espositrici che credono in questo nostro progetto”.