L’insorgere dell’emergenza coronavirus in Italia e nel mondo ha drasticamente stravolto le prospettive dell’intero comparto industriale, compreso il settore delle materie plastiche.
In Italia, nonostante la “fabbricazione di articoli in materie plastiche” sia stata inserita nell’elenco delle filiere essenziali, numerosi operatori sono stati chiusi per decreto nel corso degli ultimi mesi. E anche le filiere delle materie plastiche non connesse alle richieste effettive del mercato finale hanno risentito di gravi difficoltà, con cali medi superiori al 10% e punte negative su beni durevoli e semidurevoli. Le ultime stime parlano per esempio di riduzioni degli investimenti in edilizia e nella produzione del settore auto rispettivamente del 10% e di oltre il 20%.
Per il comparto del PVC, i dati della tradizionale indagine sul consumo di PVC in Italia nel 2019, realizzata da Plastic Consult per conto di PVC Forum Italia e presentati il 7 maggio scorso nel corso del secondo webinar della PVC Academy, evidenziano in primo luogo la sostanziale equivalenza dei consumi tra volumi di PVC rigido e PVC plastificato, per un totale di 635.000 tonnellate di PVC trasformate in Italia, valore leggermente inferiore all’anno precedente. Per quanto riguarda i settori applicativi, l’edilizia rimane sostanzialmente stabile (con una costante crescita dei profili finestra), mentre è positivo l’andamento del settore mobili/arredamento.
La suddivisione del consumo di PVC, per tipo e settore applicativo fotografata nel 2019, riflette sostanzialmente la ripartizione registrata negli ultimi anni, come risulta dalla tabella seguente.
PVC rigido (ton)
PVC plastificato (ton)
Totale PVC
ton
%
Edilizia/costruzioni
185.500
22.000
207.500
32,7
Imballaggio
47.000
23.500
70.500
11,1
Elettricità
2.500
56.000
58.500
9,2
Mobile/arredamento
15.000
14.500
29.500
4,6
Cartotecnica
15.000
11.500
26.500
4,2
Tempo libero
-
22.000
22.000
3,5
Agricoltura
14.500
-
14.500
2,3
Telecomunicazioni
-
12.500
12.500
2,0
Trasporto
-
18.000