Un finanziamento di 4,5 milioni di euro è stato assegnato al progetto Furious, coordinato da Debora Puglia (nella foto), docente di Scienza e Tecnologia dei Materiali e di Biopolimeri e Biocompositi del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso la Sede di Terni dell’Università degli Studi di Perugia, risultato vincitore del bando Horizon-JU-CBE-2022-R-01 “High performance bio-based polymers for market applications with stringent requirements”, promosso dal CBE JU (Circular Bio-based Europe Joint Undertaking), partenariato da 2 miliardi di euro tra Unione Europea e Bio-based Industries Consortium (BIC) volto a sostenere progetti per la promozione di industrie nell’ambito dell’economia circolare a base biologica e lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni circolari e sostenibili per il mercato. Obiettivo del progetto Furious è quello di sviluppare nuovi polimeri biologici a base di acido 2,5-furandicarbossilico (FDCA), ampliando così il portafoglio di soluzioni monomateriale innovative in sostituzione delle plastiche tradizionali.
“In particolare, grazie a Furious si punta a ottenere nuovi materiali destinati a settori applicativi dove le bioplastiche non riescono a soddisfare i requisiti tecnici necessari o dove le plastiche tradizionali di origine fossile risultano ancora ampiamente utilizzate: gli imballaggi per dispositivi biomedicali ed elettronici, in cui si richiedono resistenza alla sterilizzazione ed elevate proprietà barriera, quello automobilistico, che richiede resistenza all’invecchiamento ultravioletto e proprietà antibatteriche intrinseche, nonché i dispositivi subacquei, dove sono necessarie specifiche proprietà antivegetative e biodegradabilità in acqua di mare. La versatilità dei materiali Furious sarà valutata anche sulla base della loro processabilità, che è un'ulteriore caratteristica obbligatoria da verificare per il reale ingresso sul mercato, sia rispetto alle tecnologie consolidate, come lo stampaggio a iniezione e l'estrusione, sia a quelle più innovative, come l'elettrofilatura, la stampa 3D e la stereolitografia; sarà inoltre studiata la riciclabilità meccanica ed enzimatica dei nuovi polimeri a base di furano”, ha spiegato Debora Puglia.
Il progetto, di durata quadriennale, prenderà il via nel giugno prossimo e vedrà la partecipazione di 15 partner, fra atenei e aziende tra cui, per il nostro Paese, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna; Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali di Firenze; Università di Pisa; LCI Italy; Gammatom.