Entro le prossime due settimane tutte le scuole pubbliche primarie e dell’infanzia di Bologna in cui non è possibile usare piatti di ceramica e posate d’acciaio per la mancanza del reparto di lavaggio adotteranno stoviglie in materiale biodegradabile e compostabile. In particolare, sono state scelte le posate in Mater-Bi di Novamont prodotte da Ecozema, azienda di Schio (Vicenza) che realizza prodotti monouso biodegradabili e compostabili per il catering. La decisione è stata presa dal Comune di Bologna e Seribo, la società a partecipazione pubblica e privata che gestisce il servizio di ristorazione scolastica in tutto il comune bolognese per un totale di quasi 18 mila pasti al giorno.
Tra le prime al mondo a ottenere la certificazione OK-Compost - che garantisce la compostabilità in ottemperanza allo standard internazionale UNI EN13432 - le posate in Mater-Bi di Ecozema erano già state prescelte dal Locog - l’ente organizzatore dei Giochi Olimpici di Londra - come soluzione di riferimento per abbattere l’impatto ambientale del servizio di ristorazione dell’intera manifestazione. La gamma Mater-Bi di bioplastiche si contraddistingue per un’elevata resistenza termica che la rende ideale per il packaging alimentare e per la ristorazione, laddove il riciclo di prodotti contaminati da avanzi di cibo sarebbe estremamente complesso e scarsamente conveniente in termini sia economici sia ambientali. Le stoviglie in Mater-Bi, infatti, possono essere raccolte assieme agli avanzi alimentari e conferite agli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, che trasformano il rifiuto umido in biogas e/o compost, contribuendo in modo fondamentale alla riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati e all’emissione di gas a effetto serra.
“Lo sviluppo dei sistemi di economia circolare ci impongono di guardare alla generazione di rifiuti non più come a un prezzo obbligato da pagare al sistema di produzione quanto come a una risorsa da gestire nelle modalità più efficienti. Il nostro obiettivo è promuovere sistemi in cui i materiali vengono interamente riutilizzati e in cui non ci sono prodotti di scarto ma risorse, ponendo al centro la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per questo ci occupiamo di tecnologie e soluzioni che aiutino a risolvere il problema del “fine vita” di tanti prodotti di uso quotidiano; le bioplastiche garantiscono prestazioni tecnicamente paragonabili ai materiali tradizionali, ma possono essere avviate al compostaggio assieme ai residui alimentari e possono rispondere, in parte, alla soluzione di alcuni aspetti di queste problematiche”, ha commentato Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali e comunicazione di business di Novamont.