Lo scorso 2 dicembre, la Commissione Europea ha pubblicato il tanto attesto pacchetto di misure sull’economia circolare, dopo il ritiro di una precedente proposta avanzata all’inizio del 2015. In quell’occasione, la Commissione aveva assicurato che avrebbe elaborato una proposta “più ambiziosa” entro la fine dell’anno. EuPC (la federazione europea dei produttori di film plastici) ha accolto positivamente il nuovo pacchetto, insieme a molte delle iniziative contenute nelle quattro proposte legislative (Direttiva quadro sui rifiuti, Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, Direttiva sulle discariche e Direttiva RAEE). Tuttavia, EuPC esprime preoccupazione, affermando che il livello di chiarezza legale del pacchetto potrebbe non risultare sufficiente a guidare gli operatori europei verso un’economia circolare.
“EuPC sperava in una maggiore chiarezza e armonizzazione dell’acquis nei 28 stati membri della UE; tuttavia, non vediamo alcun approccio armonizzato nel pacchetto, il che ci porta a mettere in discussione il livello di ambizione di questa nuova proposta, relativa a disposizioni sul conferimento in discarica, schemi EPR e criteri di cessazione della qualifica di rifiuto”, ha dichiarato in proposito Alexandre Dangis, direttore generale di EuPC.
La proposta dovrebbe chiarire meglio la differenza tra riciclo e riutilizzo, e anche la metodologia di calcolo rimane ambigua. Invece di perseguire l’applicazione di un possibile divieto di smaltimento in discarica per i materiali riciclabili entro il 2025, come sostenuto da EuPC, la Commissione propone una riduzione del 90% dei rifiuti municipali conferiti in discarica entro il 2030.
Nella proposta rientra anche una serie di incentivi economici per i fabbricanti che lanciano sul mercato prodotti più ecologici e sostengono programmi di recupero e riciclo. “I trasformatori di materie plastiche sono impegnati in un processo di innovazione costante, volto a fabbricare prodotti più sostenibili e a promuovere il recupero e il riciclo dei propri prodotti nel settore edilizio, degli imballaggi e automobilistico, per citarne solo alcuni”, ha aggiunto Dangis.
Ora, il pacchetto verrà sottoposto all’esame del Parlamento Europeo e del Consiglio, ed entrambe le istituzioni vi lavoreranno durante il primo trimestre 2016. EuPC è ansiosa di collaborare con le istituzioni al miglioramento di questa proposta di economia circolare.
Anche secondo l’associazione PRE (Plastics Recyclers Europe) il nuovo pacchetto sull’economia circolare manca di azioni concrete volte a promuovere il riciclo delle materie plastiche in Europa.
“Gli obiettivi di riciclo sono stati ridotti, il divieto di smaltimento in discarica non è più previsto, la metodologia di calcolo per il riciclo rimane ambigua, le esportazioni di rifiuti non vengono contemplate, e la questione della raccolta differenziata e della qualità non viene affrontata. La gestione dei rifiuti necessita di linee guida chiare per poter essere svolta in maniera efficiente, e questa nuova versione del pacchetto è carente di azioni concrete”, afferma il direttore di PRE Antonino Furfari.
Ogni fase del processo di gestione dei rifiuti deve essere regolamentata, se si vuole raggiungere lo scopo dell’economia circolare. La raccolta differenziata, ad esempio, rappresenta un elemento fondamentale per garantire la circolarità dei materiali, ma non è disciplinata da nessuna normativa UE.
La speranza di PRE è che Parlamento europeo e Consiglio portino avanti dibattiti costruttivi, volti a elaborare un pacchetto molto più ambizioso: un pacchetto che richiederà maggiore sostegno da parte di istituzioni e soggetti interessati, se la Commissione Juncker punta davvero a una crescita per l’Europa.