Migliorare la sostenibilità ambientale dei propri compound antifiamma. A questo scopo Lati ha chiesto e ottenuto dall’ente di certificazione internazionale UL la possibilità di recuperare fino al 50% degli sfridi derivanti dalla lavorazione Latamid 66 H2 G/25-V0CT1, uno dei più importanti gradi autoestinguenti della sua gamma.
La riduzione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute umana di processi e prodotti è oggi un tema trasversale e di fondamentale importanza per tutta l’industria mondiale. In quest’ottica, Lati è da sempre attenta a condurre le proprie attività e a proporre materiali nel pieno rispetto delle più stringenti norme poste a tutela della sicurezza nella trasformazione, nell’impiego e nello smaltimento dei compound immessi sul mercato. Lo dimostrano, per esempio, la conformità RoHS e Reach di ogni grado appartenente al suo portafoglio di prodotti, la certificazione ISO 14000 e la creazione della gamma di prodotti sostenibili Latigea. E in questo quadro rientra anche la creazione di una famiglia di materiali autoestinguenti senza alogeni, fosforo rosso e antimonio: gli HF1. La possibilità di riciclare materiali già trasformati si colloca naturalmente nel contesto di una riduzione del consumo di materia prima e della produzione di rifiuti di gestione complessa.
Adesso, grazie a questa nuova approvazione, sarà possibile incrementare la quantità di prodotto recuperabile, andando a ridurre non solo l’impatto ambientale legato alla produzione di rifiuti plastici, ma ottenendo anche una tangibile riduzione dei costi del prodotto finito.
Latamid 66 H2 G/25-V0CT1 è un compound autoestinguente basato su PA 66 rinforzata con fibra di vetro al 25% in cui la resistenza alla fiamma e i valori di GWFI e GWIT sono conseguiti grazie a sistemi alogenati stabilizzati al calore. La formula del CT1 permette anche operazioni di stampaggio successive senza incorrere in degradazioni importanti e scadimento delle proprietà elettriche, meccaniche e di protezione alla fiamma. UL ha potuto validare proprio il comportamento del CT1, che non ha mostrato flessioni prestazionali con recuperi del 50% in tutti i colori.
Questa nuova approvazione rende la proposta CT1 ancora più interessante per le più disparate applicazioni elettriche ed elettroniche, tanto in campo industriale - dove il CT1 offre un GWFI di 960°C - quanto in quello della strumentazione, dove il potere autoestinguente a ridotti spessori deve accompagnarsi con GWIT e GWEP particolarmente elevati.