Secondo un recente studio di AMI (Applied Market Information), nel 2016 il valore del mercato europeo dei cavi in plastica ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro. Nel quinquennio 2012-2016, la domanda in tale segmento, comunque di nicchia, è cresciuta dell’1,7% e questo andamento sembra confermato fino al 2021, quando il tasso di incremento avrà addirittura superato i 3 punti percentuali (3,3 per l’esattezza).
Tra i principali fattori di sostegno della crescita figurano la ripresa dell’edilizia residenziale, gli investimenti in infrastrutture, l’attenzione verso le fonti di energia rinnovabili e la necessità di accelerare la rete internet con il potenziamento della banda larga. La ripresa del comparto, dopo la crisi del 2008, è avvenuta con modalità diverse da regione a regione, provocando alcuni ribaltamenti nella classifica dei primi cinque paesi produttori di cavi nel periodo di riferimento. Ciò ha portato modifiche anche alla geografia europea del consumo di polimeri. I produttori di cavi, infatti, tendono a specializzarsi sui manufatti ad alto valore aggiunto al fine di aumentare la redditività in un settore molto competitivo.
La ricerca si è ultimamente concentrata sul comportamento al fuoco dei manufatti secondo la direttiva che regola i materiali per l’edilizia. La scarsa redditività, la lenta crescita economica dei mercati europei più maturi e le opportunità offerte da alcuni paesi dell'Europa Orientale hanno determinato una ristrutturazione e riorganizzazione tra i principali operatori, al fine di ottimizzare la produzione e ridurre i costi. Ciò ha contribuito a migliorare la redditività dell'industria negli ultimi quattro anni.