I soci dell’Istituto Italiano Imballaggio, riuniti a Palazzo Parigi, a Milano, l’11 maggio, per l’annuale assemblea, hanno eletto alla presidenza Anna Paola Cavanna, vice presidente di Laminati Cavanna. Espressione della piccola-media impresa lombarda nel comparto dell’imballaggio flessibile, l’imprenditrice piacentina è la prima donna a essere eletta a tale carica nella storia dell’istituto, dopo esserne stata vice presidente negli ultimi quattro anni e aver ricoperto altre cariche in ambito Assografici-Giflex e Confapi Picenza.
Con l’obiettivo di accrescere l’autorevolezza dell’Istituto Italiano Imballaggio e di renderlo sempre più proattivo, in particolare su sostenibilità e innovazione, ha basato il programma presentato in tale occasione su tre punti cardine, che prevedono potenziamento della comunicazione dei valori del packaging, attività di avvicinamento dell’imprenditoria e del management delle aziende associate e sviluppo dell’attività tecnica a favore dei soci. Il prossimo biennio sarà, quindi, all’insegna della commistione tra continuità con la presidenza precedente di Antonio Feola, ma anche dell’innovazione, con l’ambizioso obiettivo di attrarre in un ente meramente tecnico, come l’Istituto Italiano Imballaggio, figure aziendali di alto profilo e con ruoli decisionali. In questa avventura ha fortemente voluto la collaborazione di Michele Amigoni, global packaging director di Barilla e di Ciro Sinagra, R&D e marketing manager di Laminazione Sottile, che ha proposto come suoi vice presidenti, ottenendo l’approvazione unanime dell’assemblea (nella foto in basso, Anna Paola Cavanna con Ciro Sinagra - a sinistra - e Michele Amigoni - a destra).
L’elezione si è svolta all’interno di un evento ricco di spunti sulle nuove tendenze dei mercati, che ha visto le aziende presenti prendere parte attiva a un workshop collaborativo, per anticipare il cambiamento, ideato e condotto da Carlo Alberto Pratesi, ordinario di marketing, innovazione e sostenibilità all’Università Roma Tre. Il workshop “Il futuro siamo noi” ha preso avvio nei giorni precedenti l’evento, con un questionario sui tremi della sostenibilità, le cui risposte sono diventate l’avvio del confronto, che ha tenuto conto di una serie di indizi da analizzare, relativi a fenomeni socio economici nazionali e internazionali. La discussione ha portato all’individuazione di alcune indicazioni di possibili scenari a medio termine. Dei 44 segnali individuati, ne sono stati selezionati alcuni, riconducibili a cinque categorie: nuovo design per minimizzare l’impatto ambientale, nuove tecnologie come la Blockchain, sviluppo dell’e-commerce, nuove funzionalità del packaging e scambio tra materiali (anche a base biologica).
Dall’analisi, in termini di probabilità di accadimento e impatto del settore è emerso che il packaging è “demand driver”: ovvero consumatori, distributori e utilizzatori condizionano le scelte. L’opinione pubblica, soprattutto via social, condizionerà lo sviluppo normativo, ma la consapevolezza del consumatore dell’impatto ambientale condiziona il cambiamento di comportamenti solo quando viene toccato sul tema salute. Si ravvisa ancora troppa ignoranza sull’argomento imballaggio e va sviluppata l’informazione e la formazione ad hoc. Nel medio termine l’innovazione tecnologica avrà un forte impatto, alla ricerca di nuove funzionalità, in grado di far percepire il vero valore del packaging.