Previsioni di crescita per i contenitori statunitensi nei prossimi due anni
La domanda statunitense di contenitori in plastica dovrebbe aumentare mediamente del 4,9% nei prossimi due anni, raggiungendo un valore di 32,4 miliardi di dollari, pari a un consumo di 6,4 milioni di tonnellate di materie prime. È quanto evidenzia una recente ricerca condotta dalla società di consulenza americana Freedonia, secondo cui tale incremento sarebbe dovuto al miglioramento della situazione economica in generale e alle caratteristiche intrinseche del packaging in plastica, che, per esempio, risponde facilmente alla crescente richiesta di imballaggi per beni di consumo monoporzione. L’aumento in volume, però, non dovrebbe seguire lo stesso andamento di quello in valore, viste le tendenze ad alleggerire gli imballaggi, anche per favorirne la sostenibilità. Inoltre, si prevede che gli imballaggi flessibili alternativi come, per esempio, le pouche non sostituiranno quelli rigidi, quanto piuttosto li affiancheranno.
Il PET e l’HDPE, che nel 2011 rappresentavano l’86% della domanda, sono i polimeri principalmente utilizzati per la produzione di packaging. In termini di peso, bottiglie e flaconi sono i contenitori maggiormente prodotti, con una quota del 77% sul totale. Entro il 2016, la domanda per questi imballaggi dovrebbe aumentare del 2,8%, raggiungendo i 165 miliardi di unità, nonostante il rallentamento della crescita nella vendita di acqua imbottigliata. Una crescita più sostenuta è invece prevista per altri contenitori in plastica, in funzione di cambiamenti delle tendenze nel settore alimentare e nell’edilizia. Pertanto, la domanda di tubetti, vasetti, bicchieri e secchi in plastica dovrebbe crescere.