PlasticFinder apre ai flagship store

Dieci anni sono tanti o pochi? Dipende, ovviamente. Proviamo allora a considerare la “top five” delle aziende a maggior capitalizzazione quotate alla Borsa di New York. Nel 2007 la classifica era composta da, nell’ordine, Exxon, PetroChina, Walmart, China Mobile e Procter & Gamble. Nel 2017 la situazione era cambiata radicalmente: prima Apple, seguita da Alphabet (Google), Microsoft, Amazon e Facebook.

 

Ecco, visto in questi termini, un periodo di dieci anni può essere considerato davvero enorme. Il passaggio dal 2007 al 2017 sembra aver segnato una transizione epocale: il declino del mondo “reale” e l’affermazione di quello “virtuale”. A contendersi il titolo di società più ricche sono ora i big del digitale. È come se si fosse “smaterializzato” il mercato: oggi vince chi punta su chip e dati. Attenzione, però: è una regola che vale sempre, anche quando il proprio core business è legato ai settori più tradizionali dell’economia, come quelli relativi alla vendita di beni fisici.

 

La digitalizzazione riguarda dunque tutte le aziende: qualsiasi dimensione abbiano e qualsiasi attività svolgano. Si sta aprendo un divario probabilmente incolmabile tra chi ha fatto il salto nel “nuovo mondo” e chi, per paura o scarse conoscenze, continua imperterrito a rimanere ancorato alle regole di quello “vecchio”, aprendosi poco o - forse ancora peggio - troppo lentamente.

 

PlasticFinder, il primo marketplace europeo dedicato alle materie plastiche, è nato e cresciuto tenendo sempre bene a mente cosa significhi essere sul mercato oggi. Quello che offre è uno smart service, un servizio completo di SPD (Sales and Procurement Digitalization) nel campo dell’e-commerce B2B. L’obiettivo è sviluppare quotidianamente l’attività per offrire un servizio sempre più completo ai propri clienti.

 

“PlasticFinder sta crescendo esponenzialmente, sia come cifra d’affari che come servizi offerti - spiega Stefano Chiaramondia, co-fondatore e presidente della società milanese - Al servizio di base per cui è nato il portale, attraverso il quale gli operatori compravendono giacenze di magazzino, offerte spot, “near to prime”, abbiamo affiancato una nuova formula, cioè la vendita diretta di commodity (PVC, PE, plastificanti) acquisite da PlasticFinder direttamente da grandi produttori mondiali”.

 

Il passo successivo, realizzato grazie proprio alle infinite possibilità offerte dal digitale, è stato proporre a produttori, compoundatori e distributori, la possibilità di aprire un proprio flagship store sulla piattaforma, attraverso il quale offrire online i propri prodotti. “In questo modo - aggiunge Chiaramondia - mettiamo a disposizione del settore gomma-plastica la nostra competenza di sviluppatori software per la digitalizzazione e integrazione dei processi di vendita nella rete web”.

 

Una bella novità per PlasticFinder, che dimostra una volta di più quanto la tecnologia digitale oggi consenta, e addirittura imponga, uno sviluppo continuo del proprio business.

 

www.plasticfinder.it