IIP per la sostenibilità

Grande riscontro dei partecipanti al seminario MOCA del 3 aprile scorso, presso Confindustria Bergamo, con la partecipazione dell’Istituto Superiore di Sanità, di ATS Bergamo e dell’Istituto Italiano dei Plastici (IIP) che, con il direttore generale, ingegner Mauro La Ciacera, in qualità di vice presidente territoriale del settore gomma plastica, ha concluso i lavori del riuscito incontro.

 

Dopo gli interventi a carattere tecnico-scientifico e di aggiornamento normativo, a cura rispettivamente delle dottoresse Maria Rosaria Milana e Veruscka Mannoni di ISS e della dottoressa Lucia Antonioli di ATS, il direttore generale di IIP ha tenuto a rimarcare il ruolo cruciale che le materie plastiche possono e devono giocare nel determinare un futuro più sostenibile in applicazioni di larga diffusione quali MOCA.  Facendo leva sulla loro versatilità e vocazione all’innovazione, è opportuno superare gli aspetti fortemente emozionali che in questo momento stanno mettendo a serio rischio la continuità ed il futuro delle materie plastiche, puntando su fattori concreti come l’indiscutibile contributo al risparmio energetico e al prolungamento della vita degli alimenti che le stesse garantiscono. Nello specifico settore degli imballaggi per alimenti, autorevoli fonti scientifiche attestano che “l’importanza della produzione e della fase post consumo del packaging sull’impatto ambientale è bassa e rappresenta dal 1% al 10% dell’impatto totale generato dalle catene alimentari”. Nel valutare quindi l’impatto ambientale della produzione di contenitori alimentari in plastica è bene considerare anche il ruolo svolto dallo spreco alimentare sulle performance ambientali, soprattutto alla luce del fatto che la produzione dei medesimi alimenti richiede grandi quantità di risorse ed energia. In quest’ottica risultano positivi gli investimenti volti a ridurre il food waste. Ottimizzare le confezioni, ridurne lo spessore e il peso, consente inoltre un contenimento degli spazi, che porta ulteriori benefici anche nella catena di distribuzione.

 

Tra le strategie di miglioramento adottabili si può puntare sul packaging lightweighting, sulla scelta di materiali e/o tecnologie alternative (vedasi bioplastiche, materiali biodegradabili e compostabili), sul prolungamento della shelf life, sulla riprogettazione del packaging in prospettiva di efficace gestione del fine vita, oltre che sulla riduzione degli sprechi e sull’ottimizzazione dei processi industriali.

 

Ricordiamo che la sostenibilità, oltre che ambientale, deve essere anche economica: ogni processo va infatti pensato in un’ottica più ampia, con l’impiego di quota parte dei profitti in innovazione, in un modello efficiente di economia circolare che assicuri una migliore qualità della vita e dell’ambiente. La strategia su cui concordano l’EU e le associazioni di categoria richiede l’adozione di norme armonizzate per garantire che entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica immessi sul mercato europeo possano essere riutilizzati, riciclati e non siano dispersi, rendendo realmente circolari le plastiche, anche attraverso un rilevante incremento della quantità di materiale riutilizzato o rigenerato nei nuovi prodotti in plastica. La capacità di recupero della plastica deve aumentare e in tal senso risulta indispensabile il ricorso a tecnologie diversificate e potenzialmente più complesse a causa della forte differenziazione di tali materiali.

 

In conclusione, bisogna ricordare che il tessuto industriale italiano è composto prevalentemente da PMI, per le quali il trasferimento tecnologico rappresenta un tema di enorme criticità, risolvibile solo attraverso un approccio sistemico, le cui tempistiche di attuazione non possono essere immediate perché tecnologie e materiali alternativi a quelli oggi disponibili hanno ancora bisogno di tempo per garantire volumi equivalenti e medesime prestazioni funzionali e di processo.