La manifattura additiva per combattere il Covid-19 sull’esempio italiano
In questo momento di emergenza sanitaria provocata dal dirompere del Covid-19 in tutto il mondo il settore della salute e della sicurezza pubblica è chiamato ad affrontare una sfida senza precedenti. In particolare, l'epidemia da coronavirus sta portando a gravi carenze di attrezzature mediche critiche e di componenti essenziali negli ospedali, soprattutto valvole o ventilatori.
Per fronteggiare la drammatica situazione la Commissione Europea ha lanciato un appello all’associazione europea della stampa 3D e della manifattura additive, Cecimo, affinché solleciti i propri membri a offrire il loro aiuto per fornire a tutti gli ospedali europei i dispositivi medicali di cui c’è maggior bisogno in questi giorni. L’appello è stato prontamente raccolto dall’associazione, che ha invitato a tutte le aziende europee del comparto della manifattura additiva a offrire il proprio aiuto con la fornitura di macchine e stampanti 3D e con la realizzazione dei dispositivi medicali indispensabili per la cura dei malati di Covid-19.
La risposta dei membri di Cecimo non si è fatta attendere ed è stata finora molto positiva, con molte aziende che si sono rese disponibili ad aiutare ospedali e centri sanitari proponendo l'uso delle proprie macchine. Cecimo ritiene che il settore della manifattura additiva possa essere la risposta giusta per raggiungere soluzioni immediate, anche sull’esempio della startup bresciana Isinnova.
Nei giorni scorsi, infatti, ha fatto il giro del mondo l’iniziativa del suo titolare che, rispondendo all’appello dell’ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, ha messo a disposizione la propria stampante 3D per stampare nell’arco di 24 ore oltre cento valvole utilizzate per fare funzionare i respiratori polmonari utilizzati per la terapia intensiva, che in quel momento nessuno dei fornitori dell’ospedale sarebbe stato in grado di consegnare in tempi così ristretti.