L’allarme di EuPC: i dazi UE minacciano la trasformazione della plastica

L'associazione European Plastics Converters (EuPC) lancia l'allarme sugli effetti che potrebbero avere i dazi proposti dalla Commissione europea sulle importazioni di materiali plastici dagli Stati Uniti, ritenendoli una minaccia economica diretta per l'industria europea della trasformazione delle materie plastiche e per le 1,6 milioni di persone che vi lavorano.

"Questi dazi rischiano di innescare una reazione a catena di aumenti dei prezzi, riduzione della competitività e perdite di posti di lavoro in tutta l'UE", ha affermato Paolo Bochicchio, direttore generale di EuPC. "Potrebbero seriamente compromettere gli obiettivi industriali e ambientali dell'Europa".

L’associazione europea dei riciclatori elenca anche una serie di conseguenze che tali dazi potrebbero ingenerare:
- aumento vertiginose dei costi delle materie prime, danneggiando il 95% del settore costituito da PMI;
- incremento delle importazioni di prodotti finiti in plastica più economici, indebolendo un ulteriormente i produttori dell'UE; 
- rischio elevato per migliaia di posti di lavoro e numerose filiere (alimentare, medicale, trasporti ed edilizia); 
- rallentamento degli investimenti nel riciclo e nella circolarità, compromettendo le ambizioni verdi dell'Europa.

Pertanto, EuPC chiede a Bruxelles di eliminare i dazi, supportare le PMI con misure compensative dei costi, assicurare forniture sicure e stabili di materie prime e livellare le condizioni di mercato anche per i prodotti finiti nel caso in cui i dazi venissero applicati.

"Non è il momento di destabilizzare un settore fondamentale per la resilienza, la sostenibilità e la competitività globale dell'Europa", ha concluso Paolo Bochicchio.