2023 da record per i costruttori italiani, ma il 2024 si annuncia complicato

(Foto Tecnomatic)

Il settore delle tecnologie italiane per la lavorazione di materie plastiche e gomma rappresentato dall’associazione di categoria Amaplast ha chiuso il 2023 con un fatturato pari a 4,8 miliardi di euro, miglior prestazione di sempre che fa archiviare un anno record. L’incremento rispetto al 2022 è stato del +2,8% e le previsioni dei preconsuntivi pubblicati a dicembre si sono quindi rivelate azzeccate.

È questo il quadro che emerge dai dati consuntivi elaborati dal Centro Studi Mecs, in base al quale si evince che la crescita di questi ultimi anni sta a significare il generale buon stato di salute del settore italiano, riconosciuto nel mondo come un riferimento. Non è un caso che il record derivi in primo luogo dall’export, che nel 2023 è valso 3,59 miliardi di euro, con un balzo del +10,8% sul 2022. Frena invece il mercato interno, che vale 2,33 miliardi ma cala del -7,5% rispetto all’anno prima.

(Foto Gefit)

La situazione generale di incertezza raffredda però in parte gli entusiasmi: i conflitti e le tensioni in Medio Oriente, l’innalzamento dei tassi di interesse e l’instabilità diffusa prefigurano un 2024 complicato, in cui non sarà facile performare come nel 2023. Dopo la soluzione della crisi sulla supply chain, con ordini accumulati nel 2021 e nel 2022, gli analisti prevedono una situazione di sostanziale assestamento, con qualche ombra nel breve e medio periodo che già si era addensata sul finire dell’anno scorso.

Nel dettaglio, l’export dei costruttori italiani - che continua a rappresentare una quota nell’ordine del 75% sulla produzione - risulta in progressione sostenuta verso le tre principali macroaree di destinazione:
- Europa: +6,1%, con il distinguo però tra il contesto UE, che ha registrato un robusto +9,2%, e l’area extra-UE, che invece ha ceduto il 4,8%; 
- America: +20,2%, con incrementi medi a doppia cifra sia per l’aggregazione USMCA sia per l’America Latina; trend leggermente sotto la media ma comunque positivo (+5,5%) per le vendite agli Stati Uniti (primo mercato di riferimento), dove peraltro a Orlando dal 6 al 10 maggio si svolgerà la fiera NPE, a cui Amaplast parteciperà coordinando una collettiva di 20 aziende;
- Asia: +8,1%, come risultato di una forte progressione del Medio Oriente (+50,3%) e di un lieve rallentamento dell’Estremo Oriente (-1,3%); in questo secondo ambito, però, la flessione non riguarda la Cina (+12,4%), dove a Shanghai dal 23 al 26 aprile si svolgerà la fiera Chinaplas, a cui Amaplast accompagnerà una cinquantina di imprese.

(Foto Sorema)

Anche le esportazioni verso l’Africa hanno registrato una forte crescita, che ha caratterizzato sia le vendite verso i mercati della fascia mediterranea (+36,0%) sia le destinazioni subsahariane (+31,3%). Non a caso, proprio in questo settore geografico Amaplast sta intensificando le proprie attività promozionali a favore del settore, in particolare con numerose partecipazioni fieristiche, per supportare le aziende nell’approccio a un contesto dalle grandi potenzialità.

Quanto alla merceologia dell’export di settore, si osserva una crescita a doppia cifra per tutte le tipologie di macchinari per la trasformazione primaria (con l’unica eccezione degli estrusori, che comunque hanno registrato un +7%) e in alcuni casi, come quello delle macchine a iniezione e delle termoformatrici, si è verificata una decisa rimonta rispetto a una tendenza d’inizio anno piuttosto debole.

(Foto Saip)

Il bilancio della sola compagine associativa è risultato in linea con quello del settore nel suo complesso - seppure con risultati meno brillanti dell’anno precedente - e la rilevazione svolta a inizio gennaio evidenzia come circa la metà delle imprese abbia chiuso l’anno in crescita rispetto al 2022, con oltre 30 aziende che hanno registrato una crescita del fatturato superiore al +20%. Il 43% degli associati ha subito una contrazione delle vendite e il 6% non ha registrato variazioni.

Sul fronte dell’occupazione, quasi il 40% dei soci Amaplast ha effettuato nuove assunzioni (con un gruppo di 24 imprese che ha rafforzato il proprio organico del 10% o più) e una quota analoga ha invece ridimensionato la propria forza-lavoro.

“Siamo molto soddisfatti di questo risultato record, di cui dobbiamo andare orgogliosi. I dati consolidati 2023, uniti al successo della nostra fiera Plast, confermano come quello delle macchine per plastica e gomma resti un segmento di punta del Made in Italy nel mondo. Se il bilancio 2023 risulta nel complesso decisamente positivo, il rallentamento manifestatosi già sul finire d’anno e la congiuntura poco favorevole del nuovo periodo preoccupano le aziende del settore ma, nonostante ciò, voglio rimanere ottimista, e la mia fiducia per il futuro non si basa su sofismi ideologici, ma sulla concreta e marmorea consapevolezza che gli italiani sono stati, nel contesto internazionale in cui ci siamo trovati nel recente passato, estremamente virtuosi”, ha dichiarato Massimo Margaglione (foto a destra), presidente di Amaplast.

“Il mio ottimismo nasce dalla consapevolezza che il nostro sistema economico e industriale, fatto principalmente di piccole e medie imprese, ancora una volta saprà mettere in atto eccezionali fantasie imprenditoriali - la nostra fervente R&D è qualcosa di intangibile ma straordinario - che ci permetteranno di superare questa ennesima difficoltà. L’approvazione del nuovo piano Industria 5.0 se da un lato è stata evidentemente accolta con favore in quanto potrà supportare i clienti italiani negli investimenti in tecnologie in ottica di transizione green, dall’altro ha scontato un lungo percorso di definizione, si è ancora in attesa dei decreti attuativi e sottende ancora al momento incertezze che non beneficiano al dinamismo che la nostra filiera ha la necessità di esprimere; questo produce un inevitabile rallentamento per tutte le nostre aziende, produttrici di beni strumentali, proprio in un momento nel quale il mercato interno avrebbe bisogno di misure di sostegno tempestive”, ha concluso Margaglione.

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