Cluster tecnologici: al via l'assegnazione dei fondi
Nei giorni scorsi è stato firmato il provvedimento che avvia l'assegnazione dei fondi destinati ai progetti vincitori dell'avviso pubblico per lo sviluppo e il potenziamento di 8 Cluster Tecnologici Nazionali. I cluster, nati per iniziativa del MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), rappresentano aggregazioni organizzate di imprese, università e soggetti pubblici e privati attivi in vari settori e costituiscono un importante interlocutore con le istituzioni in virtù della loro vocazione a svolgere il ruolo di propulsore della crescita economica sostenibile dei territori di riferimento e del sistema Paese. Tra essi rientra anche quello della "Chimica Verde", la cui costituzione era stata presentata da Novamont, Eni-Versalis e Chemtex Italia (società di ingegneria e ricerca e sviluppo del gruppo Mossi & Ghisolfi) con il supporto di Federchimica, che aveva ottenuto il secondo punteggio più alto tra tutte le proposte avanzate.
Lo stanziamento previsto ammonta a 266 milioni di euro e la scelta dei progetti vincitori è stata effettuata pensando a quelle che dovranno essere le priorità italiane in vista del Programma Quadro per la Ricerca Europea Horizon 2020. In particolare si è puntato sui progetti che rappresentavano i migliori modelli di aggregazione pubblico-privata e dove risultava marcata la collaborazione tra grandi, medie e piccole imprese e università ed enti pubblici di ricerca o di alto livello internazionale. Nell'ambito degli 8 cluster sono stati approvati 30 progetti che coinvolgono 465 soggetti (122 della ricerca e 344 dell'industria). Il MIUR contribuirà con 170 milioni per la copertura delle spese e con 96 milioni di credito agevolato.
Oltre alla Chimica Verde, gli altri cluster sono: Fabbrica Intelligente, Scienze della Vita, Mezzi e Sistemi per la Mobilità di Superficie Terrestre e Marina, Agrifood, Aerospazio, Tecnologie per le Smart Communities, Tecnologie per gli Ambienti di Vita. Adesso il loro impegno sarà quello di dimostrare la propria capacità di attrarre ulteriori investimenti pubblici e privati, finalizzati allo sviluppo e all'impiego di capitale umano qualificato, in grado di incrementare la qualità dei prodotti della ricerca e il loro impatto sull'impresa, sul mercato e sullo sviluppo dei territori di riferimento.