In Toscana un’alleanza per l’economia circolare

Il 31 marzo si sono chiusi i termini di presentazione a Regione Toscana delle manifestazioni di interesse dell’“avviso pubblico esplorativo” dedicato alle imprese per la realizzazione di impianti di recupero e riciclo che garantiscano il completamento del ciclo dei rifiuti con tecnologie innovative. Gli orientamenti del “Nuovo Piano Regionale dell’economia circolare “presentano target molto impegnativi al 2035: 80-85% di raccolta differenziata, 65% di riciclo, limite del 10% per il conferimento in discarica, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e gli indirizzi nazionali ed europei per lo sviluppo dell’economia circolare.

La Regione ha scelto pertanto di affidare al sistema delle imprese il compito di proporre le nuove soluzioni tecnologiche, le aree e il piano di investimenti necessario per la realizzazione di una rete impiantistica sostenibile che si ponga l’obiettivo di raggiungere i target prefissati e superare il gap infrastrutturale attuale che causa alti costi ambientali e consistenti impatti economici per territori e cittadini. Due le direttrici seguite: individuare le migliori tecnologie esistenti sul mercato per innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale; costruire proposte progettuali supportate dalle competenze e dalla esperienza di una solida rete di partner industriali e tecnologici, leader di settore dalla dimensione internazionale a quella locale.

L’obiettivo è quello di creare un sistema impiantistico dove, insieme al consolidamento delle filiere di riciclo, si possano trasformare i rifiuti residui e gli scarti in matrici energetiche in nuovi polimeri da reimmettere nel sistema produttivo, garantendo la chiusura del processo “end of waste”. La costruzione di soluzioni di economia circolare presenta un dilemma e una sfida: esplorare soluzioni mai realizzate prima, basate su tecnologie altamente innovative, non potendo contare sulle esperienze consolidate della economia lineare fondata sullo sfruttamento delle risorse, principalmente fossili.

Distretti circolari

Nasce quindi una “alleanza per l’economia circolare”, costituita da operatori locali e soggetti industriali attivi a livello internazionale, tra cui Alia Servizi Ambientali, Maire Tecnimont-NextChem, Scapigliato, Suez, Zignago Vetro, che ha lavorato alla progettazione di tre progetti denominati “Distretti Circolari sulla base del modello progettato da NextChem”, ossia poli integrati di tecnologie rinnovabili e della chimica verde per il riciclo chimico e la produzione di polimeri riciclati, prodotti chimici, idrogeno e carburanti a basso contenuto carbonico, riciclando la plastica e recuperando rifiuti non riciclabili meccanicamente che a oggi la Toscana conferisce in discarica, nei termovalorizzatori o spedisce all'estero con notevoli costi ambientali ed economici per i contribuenti. “Il Distretto Circolare” contempla un set di soluzioni tra le più avanzate nel campo della transizione ambientale ed energetica, che rispondono pienamente agli obiettivi di decarbonizzazione, innalzamento dei volumi di riciclo, abbattimento delle emissioni, riduzione del conferimento in discarica.

Già in questa fase di elaborazione progettuale delle proposte, inquadrate dall’avviso “manifestazioni di interesse non vincolanti”, è stato ritenuto comunque prioritario avviare un preventivo livello di confronto con le amministrazioni e i decisori rilevanti, per fornire tutte le indicazioni utili sulle potenzialità e le caratteristiche del progetto, le compatibilità ambientali, il piano di investimenti e le ricadute attese per i territori. Allo stato si tratta di proposte e studi di fattibilità che, nelle fasi successive, Alia e i proponenti hanno intenzione di presentare e condividere con un "metodo nuovo e partecipativo", che prevede il coinvolgimento attivo delle comunità in tutte le fasi di presentazione e condivisione dei progetti con i territori e le amministrazioni.

Saranno pertanto individuati appropriati percorsi di presentazione, ascolto e concertazione che consentiranno una analisi puntuale circa le tecnologie impiegate, l’inserimento paesaggistico, le emissioni, gli investimenti, gli occupati diretti e indiretti, i benefici per le filiere locali e per i territori. I tre distretti oggetto delle manifestazioni di interesse presentate da Alia e dai partner tecnologici saranno localizzati nelle aree industriali di Empoli, Rosignano Marittimo e Pontedera.

Empoli

Si tratta di un distretto con tecnologie rinnovabili e un impianto per il riciclo chimico, denominato "Waste to methanol/H2" che tratta gli scarti degli impianti di trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata e gli scarti di lavorazione del rifiuto indifferenziato residuo, trasformandoli in metanolo e con possibilità di produzione di idrogeno. Tratterà circa 192 mila tonnellate all’anno e il costo di realizzazione stimato è di 365 milioni di euro. I rifiuti daranno vita a nuovi prodotti circolari: il metanolo ottenuto è un vettore energetico e può essere utilizzato sia nella produzione di biocarburanti e sia nei cicli produttivi dell’industria chimica. Il distretto prevede una forte integrazione con le filiere locali del vetro e della carta.

Rosignano Marittimo

Il progetto “Waste to ethanol” prevede l’ipotesi di fattibilità di un distretto circolare tramite la realizzazione di un impianto di riciclo chimico che tratta il rifiuto secco selezionato dai rifiuti urbani indifferenziati, il “plasmix” (miscela di plastiche eterogenee derivate dal riciclo dei materiali) e altri scarti provenienti dal trattamento delle raccolte differenziate, trasformandoli in etanolo, con possibilità di produzione di idrogeno. Tratterà circa 256 mila tonnellate all’anno e il costo di realizzazione è stimato in 440 milioni di euro. L’etanolo prodotto può essere utilizzato nella produzione di nuovi polimeri riciclati.

Pontedera

Il progetto “Waste to methanol” prevede l’ipotesi di fattibilità di un impianto di riciclo chimico ad altissima tecnologia che tratta gli scarti provenienti dagli impianti di trattamento e riciclo delle raccolte differenziate e gli scarti derivanti dal trattamento del rifiuto indifferenziato residuo, in metanolo, con possibilità di produzione di idrogeno. Tratterà circa 256 mila tonnellate annue per un costo di realizzazione stimato in 385 milioni. Il metanolo ottenuto è un vettore energetico e può essere utilizzato sia nella realizzazione di biocarburanti che di carburanti di carbonio riciclato. Il distretto prevede una forte integrazione con le filiere circolari locali.