In Italia nel 2022 riciclato il 74% degli imballaggi

Dopo un 2021 ancora condizionato dagli effetti della pandemia, anche se con segnali positivi per le attività manifatturiere e per il commercio globale, il 2022, caratterizzato da un contesto geopolitico incerto, registra due fenomeni opposti: un primo semestre in crescita e un secondo semestre influenzato da un aumento dell’incertezza e dall’erosione del potere di acquisto delle famiglie. Il PIL mondiale, a oggi, si rivela in contrazione e il rallentamento dell’economia globale ha effetti sostanziali anche nella corsa dei prezzi delle materie prime vergini e seconde. In particolare, i listini dei prezzi delle materie prime seconde per gli imballaggi tracciati dall’Indice Conai-Prometeia hanno registrato un rincaro del 146% nel 2021 e tale andamento si è trascinato anche nella prima metà del 2022 per poi arretrare, tranne che per i rottami di vetro, nel bimestre luglio-agosto 2022, aprendo un ciclo che si attende in contrazione.

In questo macrocontesto si inserisce la previsione di un tasso di riciclo nazionale degli imballaggi pari al 74% per il 2022, con un aumento circa dello 0,7% rispetto al 2021, a fronte di un aumento del 2% dei quantitativi di imballaggi immessi al consumo. Ulteriori miglioramenti sono attesi per il 2023, quando il tasso di riciclo dovrebbe superare il 75%. Il contributo del sistema Conai ai risultati di riciclo nazionali nel 2022, com’è normale in un contesto contraddistinto da una crescita senza eguali nei valori di mercato delle materie prime seconde, è previsto in contrazione e pari al 46% del totale a riciclo, per poi aumentare al 48,6% nel 2023, quale effetto delle difficoltà del contesto e del rientro di flussi di raccolta differenziata nel circuito delle convenzioni coi consorzi di filiera (carta in primis).

Il contesto è poi caratterizzato da forti novità, sia sul fronte della normativa europea e nazionale, sia per effetto delle innovazioni promosse nella governance nazionale. Da un lato desta preoccupazione la bozza circolata di proposta di revisione della Direttiva imballaggi tramite un regolamento che approccia per la prima volta il tema della prevenzione con liste negative e divieti di immissione e che di fatto sembrerebbe voler imporre un modello operativo per il raggiungimento degli obiettivi (deposito cauzionale per il riciclo), senza considerare le realtà e i risultati raggiunti da 25 anni di sistemi nazionali di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.

A livello nazionale proseguono le novità normative (Correttivo al d.lgs. 116/2020, in primis) che portano ad aggiornare le logiche di relazione tra Conai, consorzi di filiera e sistemi autonomi e sta entrando nel vivo la stagione della regolazione di Arera sui costi efficienti della raccolta differenziata.

Da ultimo, viene sottolineato come elementi di innovazione siano stati spinti anche da Conai, con la revisione dello Statuto, quale innovazione corale del settore privato a conferma del ruolo centrale di Conai; ruolo riconosciuto dalle istituzioni che hanno, dopo vent’anni, approvato formalmente il nuovo Statuto. Accanto a questo importante traguardo, si sommano poi la chiusura delle convenzioni con i consorzi di filiera e le trattative, in fase finale, con i sistemi autonomi per dare seguito al consolidamento del ruolo del Conai come coordinatore dei sistemi di EPR operanti nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.

In questo contesto si inserisce il 25° anno di attività di Conai e consorzi di filiera. Occasione che ha rappresentato un momento importante di riflessione sul bilancio di questi 25 anni e sulle prossime sfide. Un bilancio che si chiude in saldo positivo, sia per l’ambiente, sia in termini di efficacia ed efficienza al confronto con gli altri modelli europei, come testimoniato dallo studio “Screening the efficiency of packaging waste in Europe” dell’Università Bocconi. L’Italia è oggi prima in Europa per quantità pro-capite di riciclo dei rifiuti di imballaggio e seconda per tasso di riciclo complessivo raggiunto. Va inoltre sottolineato che tra l’altro, a livello nazionale, già oggi il nostro Paese ha raggiunto gli obiettivi al 2025 di riciclo dei materiali di imballaggio.

Tra le principali sfide future vi è il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva SUP, per raggiungere i quali il sistema è pronto a intervenire con un rafforzamento mirato delle infrastrutture di raccolta, in particolare quelle per la raccolta selettiva; garantendo così la continuità del modello di responsabilità condivisa che ha posto il nostro Paese sui gradini più alti d’Europa nella gestione dei rifiuti di imballaggio.