EuRIC scrive all’UE in merito alla spedizione dei rifiuti

Una lettera di EuRIC, la federazione europea delle imprese del riciclo, indirizzata alla Commissione e al Parlamento europei evidenzia la necessità che, in fase di revisione del Regolamento sulla spedizione dei rifiuti, venga garantito un commercio libero, equo e sostenibile delle materie prime provenienti da operazioni e processi di riciclo. La Commissione europea, infatti, sta lavorando a una propria proposta di revisione del Regolamento 1013 (Waste Shipment Regulation - WSR), che dovrà essere sottoposta ai pareri del Consiglio e del Parlamento europei, secondo l’iter normativo previsto.

Nella lettera di EuRIC, sottoscritta anche da numerose associazioni e imprese del riciclo europee, tra cui Unicircular e le sue associate, Assoraee, ADA e Unirigom, vengono messe in risalto le preoccupazioni dell’industria europea del riciclo qualora, nell’ambito della revisione del regolamento sulla spedizione dei rifiuti, venissero adottate restrizioni alle esportazioni di rifiuti, sia all’interno sia all’esterno dell’UE, senza alcuna distinzione sulle loro natura e tipologia.

Va infatti tracciata una netta differenza tra rifiuti misti non selezionati, per i quali le restrizioni sono comprensibili, e materiali che derivano da operazioni di selezione e trattamento svolte in impianti autorizzati (spesso qualificati come rifiuti all’atto dell’esportazione, sulla base del diritto del Paese di destinazione), per la gestione e la collocazione dei quali il ricorso a mercati globali garantisce l’operatività degli impianti e la loro sostenibilità.

Le possibili restrizioni, in fase di valutazione, nell’ambito delle esportazioni dovrebbero essere applicate solamente ai flussi di rifiuti "problematici". Diversamente, se esse venissero estese anche ai rifiuti trattati e selezionati e, come tali, utilizzabili direttamente nelle filiere circolari, non verrebbero rispettati gli obiettivi del Green Deal europeo. È necessario, quindi, sostenere il commercio libero ed equo, all’interno e all’esterno dell’UE, dei rifiuti trattati e selezionati, in quanto risulta essenziale per la competitività dell'industria europea del riciclo, così come occorre implementare un quadro legislativo stabile a cui collegare incentivi per premiare i benefici ambientali dei materiali circolari.