Come rivoluzionare il sistema industriale e produttivo
Addio ai temi di sostenibilità ed economia della decrescita. Arrivano le imprese dell’economia circolare. Se ne parla con Giovanni Corbetta (nella foto a sinistra) di Ecopneus, Giulio Bonazzi di Aquafil, Thomas Miorin di RE-lab e Daniele Basso della startup HTC Bio Innovation in una conferenza in programma il 12 ottobre a Rovereto (Trento). Perché abbiamo oggetti che usiamo un paio di volte all’anno? Cosa significa buttare un intero cellulare solo perché bisognerebbe cambiare un componente? Cosa possiamo fare con gli scarti organici e materici che produciamo ogni giorno? Perché generiamo energia da fonti non rinnovabili? Perché non possiamo riparare le nostre scarpe da ginnastica? E soprattutto, cosa succederebbe all’economia se improvvisamente la risposta a queste domande cambiasse radicalmente? Fino a qualche tempo fa l’assunto di base di ogni modello economico era basato sullo schema “produci, consuma, dismetti”, risalente all’alba della rivoluzione industriale, e in esso venivano cercate le risposte a tali domande. Un processo teleologico, inarrestabile, di vita e morte della materia, estratta, lavorata, buttata.
Oggi si sta affermando un modello completamente diverso, quello dell’economia circolare, che il libro "Che cosa è l’economia circolare", presentato nel corso della conferenza, prova a spiegare confutando il vecchio schema e rivalutando il rifiuto e l’inutilizzato come vantaggi economici, sociali e ambientali. Lo scarto è ricchezza, la materia inutilizzata una miniera da scoprire. Per rendere la nostra economia più florida e sicura.
“L’economia circolare chiede una ridefinizione del sistema industriale, che sia rigenerativo e ricostitutivo, nei fini e nei mezzi. Al concetto di fine vita del prodotto, si vuole sostituire quello di eterna resurrezione e trasformazione, valorizzando ogni sua componente in un circolo chiuso, efficiente, scomposto nei suoi elementi di base”, spiega l’autore Emanuele Bompan, giornalista e geografo. I rifiuti quindi non saranno solo riciclati ma saranno disegnati all'origine per essere riutilizzati, condivisi, disassemblati e ricostruiti.
“Far rientrare le materie prime seconde derivanti dal trattamento dei prodotti a fine vita nei processi industriali è una necessità non più procrastinabile. Per alcune commodity strategiche come la gomma, inoltre, la “chiusura del cerchio” ha anche un impatto positivo sulla bilancia delle importazioni: solo nel 2015 l’Italia ha risparmiato 119 milioni di euro sull’importazione di materie prime vergini grazie alle attività di riciclo dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) della filiera Ecopneus”, dichiara Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus.
Di seguito il programma degli interventi della conferenza, moderata da Antonella Totaro:
Emanuele Bompan - La fine dell’economia lineare
Giovanni Corbetta (Ecopneus) - Pneumatici Fuori Uso. Un modello virtuoso di economia circolare
Giulio Bonazzi (Aquafil) - Il ciclo infinto della materia, una strada possibile
Thomas Miorin (RE-lab) - Verso un’edilizia circolare
Daniele Basso (HTC Bio Innovation) - Startup e nuova materia