Tubi e PUR cinesi

Le rilevazioni e le stime di due associazioni di categoria cinesi forniscono indicazioni in merito all'andamento di due importanti settori.
Secondo la China Plastics Piping Association (CPPA), nel 2013 la produzione locale di tubi è cresciuta del 10% (raggiungendo 12,1 milioni di tonnellate) sospinta dalla crescente urbanizzazione, dall'espansione delle reti di distribuzione dell'acqua potabile e dal potenziamento delle infrastrutture. Quest'anno tale trend sembra in rallentamemto (anche se gli 80 milioni di cinesi che entro il 2020 dovrebbero migrare dalle aree rurali alle città saranno comunque un buon traino alla domanda di tubi), riflettendo la tendenza generale dell'economia cinese. Sebbene, stando a CPPA, l'attenzione sembra concentrarsi sulla qualità dei manufatti e sull'innovazione (che svincolerebbe il comparto dalle tecnologie straniere).
Sempre secondo i dati di CPPA, l'anno scorso la produzione cinese di tubi ha soddisfatto solo il 50% della reale necessità, dando luogo a una forte concorrenza interna a favore delle aziende più grandi, dotate di risorse per far fronte alle richieste del mercato, e a svantaggio di quelle più piccole, spesso finite in bancarotta. Nonostante esistano in Cina fra i 6 e i 10 mila produttori di tubi, il 70% della produzione locale proverrebbe dalle 400 aziende associate a CPPA. Il settore petrolchimico sembra essere quello su cui puntare in futuro.
La China Polyurethane Industry Association (CPUIA), invece, ha dichiarato che nel 2013 il paese si è guadagnato il titolo di maggior produttore di PUR al mondo (oltre il 40% del volume mondiale, per 8,7 milioni di tonnellate prodotte, pari a un +12% rispetto al 2012). A fare da traino i settori dell'isolamento, dell'auto e della nautica. Oltre alla domanda prevista per il 2014-2015 di 380 mila t di PUR espanso rigido, CPUIA stima un'ulteriore richiesta di 310 mila t da destinare all'isolamento, settore per cui la Cina detiene il record con 250 impianti in funzione per la produzione di pannelli in PUR.
Motore propulsore del settore è il XII piano quinquennale attuato dal governo cinese, in scadenza nel 2015, che prevede che le nuove costruzioni siano del 30% più performanti dal punto di vista energetico, rispetto ai parametri fissati nel 2010. Più in generale, entro il 2015 CPUIA stima un'iniezione di 820 miliardi di dollari in ogni ambito del risparmio energetico; restringendo però il campo ai soli pannelli in PUR, questi rappresenteranno il 30-50% del consumo totale di materiali isolanti per l'edilizia.