Velivoli sempre più leggeri anche grazie alla produzione additiva

Il 12 aprile si celebra la giornata mondiale dei viaggi nello spazio, proclamata dall’ONU in memoria del primo volo dell’uomo dello spazio, compiuto dal russo Yuri Gagarin il 12 aprile 1961. L’industria aerospaziale da allora è in costante crescita ed è quella che ha dato la maggiore spinta allo sviluppo di soluzioni e tecnologie per il trasporto aereo. L’apice in questo ambito è stato finora raggiunto il 25 marzo 2018, quando un Boeing 787-9 Dreamliner ha compiuto la tratta Londra-Perth, in Australia, senza scalo in poco più di 17 ore.

Sono state molteplici le convergenze tecnologiche che hanno reso possibile questo volo: l’aumento dell’autonomia di volo grazie alla maggiore capacità dei serbatoi, un allestimento a tre classi del velivolo e un consumo ridotto dovuto in parte alla maggiore efficienza dei motori e in parte a un minore peso dell’aeromobile. È proprio quest’ultimo punto, la riduzione di peso, quello su cui si sta giocando la partita dell’efficienza, perché da esso derivano immediatamente minori consumo di carburante ed emissioni di anidride carbonica.

Una delle tecnologie che oggi concorre in maniera determinante alla riduzione di peso è rappresentata dalla produzione additiva, conosciuta anche come stampa 3D, utilizzata per la prima volta in campo aerospaziale nel 2003. Essa infatti permette di realizzare componenti funzionali in plastica e in metallo per gli aeromobili, dall’allestimento fino ai componenti dei motori, riducendo costi e tempi di realizzazione e peso complessivo e consentendo di realizzare geometrie complesse e dall’aerodinamica prima impensabili. E, non a caso, recentemente è stato annunciato che l’Airbus A350, il concorrente diretto del Boeing 787-9, comprende più di un migliaio di parti funzionali realizzate in stampa 3D.

“Sebbene l’Italia non vanti i grandi produttori di aeromobili come Boeing e Airbus, vi è una serie di subfornitori italiani che con queste aziende lavorano da anni. Non è un caso che il 27% delle parti che compongono il Boeing 787 sia prodotto in Italia. La stampa 3D rappresenta la chiave di volta tecnologica dell’industria, perché riesce a coniugare la riduzione dei costi e dei tempi di produzione e quella del peso dei componenti, evitando così sprechi, emissioni e ritardi nelle consegne dei velivoli”, ha commentato Stefano Mosca (nella foto), country manager Italia di Protolabs, per l’occasione. 

Protolabs è un fornitore cui ricorrono, per lo sviluppo di nuovi prodotti, alcune aziende chiave dell’industria manifatturiera italiana, attive in settori che vanno dal medicale allo sport, dall’automobile all’elettrico-elettronico. Protolabs coniuga rapidità - con consegne anche fino a un solo giorno lavorativo dall’ordine - a tecnologie di produzione all’avanguardia, offrendo stampa 3D industriale, lavorazione CNC o stampaggio a iniezione, a seconda delle esigenze progettuali, di qualità e di quantità.