Il ruolo chiave dell’imballaggio flessibile nel contesto economico e normativo

Alla presenza di oltre 200 operatori della filiera del packaging flessibile, si è svolto a Milano il 4 aprile il convegno di Giflex “Il flessibile che anticipa il futuro. Tra identità e innovazione Made in Italy”. Il settore del packaging flessibile, rinomato per qualità, innovazione e competitività sui mercati globali con una quota di export che supera il 50% del fatturato nazionale, rimane uno dei pilastri distintivi del Made in Italy. Nel 2024 ha registrato un’occupazione in Italia di oltre 12.000 addetti, una produzione di circa 450.000 tonnellate e un fatturato intorno ai 4,5 miliardi di euro. Positive le aspettative per il 2025 con previsioni di crescita sia di fatturato che di volume.
A conferma di ciò, l’evento organizzato da Giflex, che quest’anno celebra il suo quarantesimo anniversario, si è inserito per il secondo anno consecutivo nel programma di iniziative promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedicato alla valorizzazione delle eccellenze italiane, in vista della Giornata Nazionale del Made in Italy il prossimo15 aprile.
“Siamo un settore di eccellenza del Made in Italy che deve far fronte a cambiamenti epocali. L’imballaggio è al centro di una vera e propria rivoluzione progettuale influenzata da contesti economici e normativi complessi e farraginosi. Per essere competitivi e portatori d’innovazione reale come da sempre la nostra industria sa fare chiediamo con forza che politiche ambientali ed industriali vadano di pari passo”, ha dichiarato Alberto Palaveri, presidente Giflex.
Tra i temi caldi della giornata, dunque, il superamento delle criticità esistenti verso una trasformazione in grado di coniugare sostenibilità e competitività aziendale.

"La transizione verso un’economia sostenibile è una sfida imprescindibile e irreversibile, che non può più essere rimandata”, ha dichiarato Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria con delega alla transizione ambientale e gli obiettivi ESG nel suo saluto istituzionale. Le evidenze scientifiche, le richieste delle giovani generazioni e la consapevolezza che i costi dell’inazione sarebbero ben superiori a quelli del cambiamento, ci impongono di agire ora. Nonostante le complessità e le incertezze che potrebbero rallentare questa trasformazione, le imprese devono prepararsi seguendo la scienza e criteri oggettivi. I dati sono chiari: le realtà produttive che hanno investito nella sostenibilità registrano performance economico-finanziarie superiori e una maggiore resilienza agli shock esterni. Pur riconoscendo le difficoltà che ogni cambiamento comporta, è fondamentale non perdere di vista l’obiettivo più profondo di questo impegno per costruire un futuro solido, equo e duraturo per le attuali e le future generazioni”.
Più in generale, l’evento è stato un'occasione per approfondire il ruolo chiave dell’imballaggio flessibile nel contesto economico e normativo di oggi, con uno sguardo alle sfide globali, ai fattori generazionali, alle tendenze di consumo. Ne hanno parlato, nell’ordine: Lara Ponti, vicepresidente per la transizione ambientale e gli obiettivi ESG Confindustria; Alberto Palaveri, presidente Giflex; Serena Giacomin, fisica climatologa e direttrice scientifica Italian Climate Network; Giacomo Belluomini, sales coordinator business unit product safety Lifeanalytics; Elisabetta Silvestrini, business unit manager product safety Lifeanalytics; Fadi Hassan, rresearch associate centre for eeconomic oerformance LSE; Carlo Amenta, professore associato di scienze economiche, aziendali e statistiche Università di Palermo; Giada Messetti, sinologa e autrice; Carlo Altomonte, professore di politica economica europea Università Bocconi; Michele Amigoni, chief research, development and quality officer - ExCo and GLT Member Barilla Group; Rossella Salvatore, export manager Inci.Flex; Roberta Colotta, head of public affairs FPE (Flexible Packaging Europe).