Con imPure dispositivi medicali in 48 ore grazie alla stampa 3D
Nel corso della seconda edizione di Innovabiomed, svoltasi a Veronafiere il 2 e il 3 luglio, è stato presentato il progetto di ricerca europeo “imPure - Injection Moulding Repurposing for Medical Supplies enabled by Additive Manufacturing”, che ha ricevuto un contributo di circa 5,8 milioni di euro dalla Commissione europea. Avviato alla fine del 2020, è uno dei 23 progetti selezionati e finanziati nell’ambito del programma Horizon 2020 per fronteggiare le problematiche emerse con il dilagare della pandemia di Covid-19 relativamente alla difficoltà nell’approvvigionamento di dispositivi medicali.
Il progetto mira a ridurre i tempi di produzione dei componenti medicali passando dalle tre settimane attuali a sole 48 ore, con un abbattimento del 90% del tempo, trasformando le linee produttive basate sullo stampaggio a iniezione. imPure si propone di sviluppare un nuovo concetto di produzione flessibile sfruttando la manifattura additiva e le soluzioni digitali innovative, fra cui sensoristica di nuova generazione e intelligenza artificiale. Il progetto coinvolgerà 19 partner di otto Paesi europei, coordinati dall’Università Tecnica di Atene. Sono sei le aziende italiane partecipanti al progetto che ha radici solide nel distretto biomedicale in Emilia Romagna, in particolare nella zona di Mirandola (Modena).
Fra le attività previste dal progetto imPure affidate alle aziende italiane, la prima da realizzare è l’istituzione di una task force dedicata alla catena di approvvigionamento di materie prime che dovrà identificare, reperire, allocare e fornire i materiali necessari per la produzione di dispositivi medicali. La catena di approvvigionamento verrà poi mappata attraverso una piattaforma in grado di rispondere a esigenze specifiche di ospedali e operatori sanitari, classificando i fornitori, monitorandone le prestazioni e tracciando lo stato di attività in tempo reale.