Fimic: un’azienda in trasformazione continua
Nata 55 anni fa, Fimic parte dal mondo del riciclo con la costruzione di ghigliottine per il taglio di balle e bobine di scarto industriale per poi evolvere la propria tecnologia verso forme più avanzate di automazione. Tra queste, il processo di filtrazione che ne fa oggi un’azienda leader del settore, con una lunga esperienza nello sviluppo della tecnologia meccanica adattata ai materiali plastici e cartacei. La forza di Fimic è tutta nella sua capacità di sviluppare internamente il 95% delle soluzioni che propone al mercato, frutto di competenze interne, dalla progettazione, alla costruzione e all’assemblaggio.
La lunga esperienza nel mondo del riciclo e della plastica ha inoltre convinto Fimic dell’importanza di una comunicazione focalizzata sui vantaggi di questo materiale, recentemente al centro di una campagna che ha spesso assunto tratti di disinformazione. Da questa riflessione, facendo rete con Plastics Recyclers Europe (PRE), l’associazione dei riciclatori europei, e numerosi player nazionali e internazionali è nato un progetto di divulgazione della filiera della plastica e del riciclo che si chiama AreYouR, pensato proprio per dare valore alla plastica in tutte le sue fasi, dalla produzione al fine vita.
Di Fimic e dei suoi obiettivi di business parla Erica Canaia, tra i fondatori del progetto e Director Commercial Sales dell’azienda.
Una storia green che viene da lontano
"Sono vent’anni che lavoriamo sulla sostenibilità”, esordisce Canaia. “Nel 2018 abbiamo lanciato il progetto AreYouR che ha oggi 70.000 follower in diversi Paesi europei. Numeri che dimostrano il bisogno di comunicazione sui temi del riciclo, creando consapevolezza nel consumatore. L’obiettivo è coinvolgere attivamente il comparto in un progetto di divulgazione che sostenga il sistema in tutta la filiera, dalla produzione al riciclo, recependo il valore di una comunicazione di settore a sostegno della plastica quale materiale circolare, riciclabile e sostenibile, naturalmente se correttamente conferito”.
La sostenibilità è per Fimic una sensibilità frutto della cultura aziendale, ma anche il risultato di una riflessione che deriva dalla lunga esperienza nel comparto. “Siamo specializzati in riciclo”, prosegue Canaia, “i nostri macchinari si occupano del post-consumo, la parte più complicata da gestire. Per noi quindi, la sostenibilità non è un trend recente ma rappresenta il cuore della nostra tecnologia che è finalizzata proprio in questo senso. Da alcuni anni, Fimic è in particolare leader nei cambiafiltri automatici, una specializzazione che ci permette di lavorare sia con i riciclatori presenti nel mercato che con i produttori di linee complete. Una posizione che ci garantisce una vera e propria panoramica sul mercato e ci permette di offrire un servizio sartoriale ai nostri clienti”.
Cultura sartoriale anche per il riciclo
Come spesso accade nel made in Italy, il grande plus di Fimic è la capacità di offrire soluzioni differenziate che si adattano alle esigenze dei suoi clienti, superando il concetto di standardizzazione che non è sempre è la risposta giusta, un aspetto su cui Canaia afferma: “Siamo gli unici sul mercato ad avere tipologie di filtro diverse, quindi a seconda della qualità di riciclato che il cliente desidera o delle esigenze produttive, siamo in grado di offrire il modello migliore in base ai bisogni, cosa che i nostri concorrenti non possono fare perché in genere dispongono di un solo modello standardizzato per tutte le esigenze, perdendo di vista le specificità connesse ai diversi gradi di qualità del riciclo”.
Plast scenario di anteprime e indispensabile spazio di confronto
Una riflessione va infine a Plast, dove Fimic ha in programma il lancio in anteprima di una nuova macchina, che rappresenta la sua costante capacità di trasformarsi per essere sempre al fianco dei propri clienti. Non a caso una delle immagini guida della comunicazione istituzionale è un “robot transformer”, che rappresenta lo spirito creativo, in costante transizione ma solido e funzionale che è alla base della tecnologia firmata dall’azienda padovana.
“Per quanto riguarda le manifestazioni”, chiosa Canaia, “ce ne sono tante, anche contestuali a Plast, ma questa è la fiera italiana per eccellenza, espressione del primato dei costruttori italiani che sono secondi solo ai tedeschi per volumi di produzione, ma non per numero di aziende attive nel comparto. L’Italia ha infatti un numero più elevato di società che lavorano nel riciclo, che si parli di sviluppo tecnologico o di lavorazione. Plast diventa quindi il palcoscenico ideale per lanciare nuovi prodotti, ma anche per incontrarsi, scambiare esperienze e considerazioni, guardare a un futuro sempre più internazionale sia per i nostri mercati che per la fiera stessa, da cui ci aspettiamo un respiro sempre più globale. Ecco perché a Milano presentiamo una nuova macchina che risponde alla tendenza sempre più diffusa sul mercato che mira a produrre grandi volumi e della migliore qualità”.