L'architettura del futuro si fa con la bioplastica
L'Istituto per l'edilizia e la progettazione strutturale (Itke) della facoltà di architettura e urbanistica dell'Università di Stoccarda ha utilizzato materiale bioplastico per realizzare la facciata provvisoria di un padiglione del campus. Il progetto di ricerca, denominato ArboSkin, rientra nel programma Research Project Bioplastic Facade, supportato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Efre), e aveva lo scopo di dimostrate il possibile impiego delle bioplastiche in campo architettonico, in alternativa non soltanto al cemento, al legno o al metallo, ma anche alle plastiche tradizionali. In effetti si tratta di una delle rare applicazioni di tali materiali in un settore che non sia quello dell'imballaggio, nel quale sono state prevalentemente impiegate fino a oggi.
Il progetto ha previsto l'estrusione di lastre da 3,5 mm di spessore utilizzando la bioplastica Arboblend della società tedesca Tecnaro (ottenuta con oltre il 90% di risorse rinnovabili e additivata con ritardanti di fiamma) e la loro successiva termoformatura in elementi piramidali da parte di Bauer Thermoforming. Gli scarti del processo di termoformatura sono stati rigranulati e reintrodotti direttamente nel ciclo produttivo. Gli elementi piramidali sono poi stati accoppiati meccanicamente gli uni agli altri e alla fine del proprio ciclo di vita potranno essere inviati al compostaggio, o riciclati.