Syensqo e Università del Piemonte Orientale insieme per la tutela dell’ambiente

(Foto sito internet UPO)

Presso la sede del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DiSIT) ad Alessandria, Università del Piemonte Orientale (UPO) e Syensqo - recente spin-off di Solvay - hanno sottoscritto nei giorni scorsi un accordo quinquennale per l’attivazione del centro di ricerca e sviluppo per il risanamento e la protezione ambientale.

L’accordo è stato firmato da Gian Carlo Avanzi, rettore dell’Università del Piemonte Orientale, e Marco Apostolo, country manager di Syensqo Italia, e prevede l’istituzione del centro di ricerca e sviluppo per il risanamento e la protezione ambientale (RiSPA), presso la sede del DISIT ad Alessandria, che lavorerà allo studio di nuovi materiali e processi sia per l’abbattimento di inquinanti esistenti sul territorio alessandrino, sia per l’eliminazione di sostanze potenzialmente nocive per l’ambiente dalle acque di processo.

Il progetto è stato avviato grazie a un investimento di cinque milioni di euro da parte di Syensqo per la costituzione del centro, dei suoi laboratori, della strumentazione tecnica e l’avvio dei progetti di ricerca. Un importante accordo che mette a frutto la proficua collaborazione già in essere da diversi anni tra l’ente accademico e l’azienda e guarda al futuro in ottica sostenibile con una prospettiva totalmente orientata all’innovazione tecnologica per la salvaguardia dell’ambiente.

(Foto sito internet UPO)

Il centro sarà dotato di nuovi laboratori di ricerca con strumentazione all’avanguardia specificamente dedicata a tali attività e si avvarrà di personale tecnico e ricercatori dedicati. In particolare, sono previsti tre nuovi laboratori: un laboratorio per trattamenti chimico-fisici e due laboratori per analisi chimiche e biologiche. Sarà inoltre integrata la strumentazione preesistente in alcuni laboratori per i trattamenti biologici (inclusa una camera climatica dedicata al biorisanamento), così come quella delle piattaforme grandi strumenti di ateneo, di particolare interesse per le attività del centro: il laboratorio di calcolo, il centro Prisma di risonanze magnetiche e la piattaforma di imaging avanzato.

Le soluzioni proposte saranno implementabili a livello locale, ma la finalità è quella di costituire un centro di riferimento a livello nazionale e internazionale. Saranno messi a punto anche processi di recupero di sostanze preziose dagli effluenti dei cicli di produzione, che potranno quindi essere reintrodotti nei processi produttivi in un’ottica di economia circolare e di protezione ambientale. In una prima fase gli indicatori di monitoraggio delle attività e degli obiettivi previsti dall’accordo riguarderanno la messa in opera dei laboratori e della strumentazione e il reclutamento di ricercatori.

Il centro di ricerca sarà pienamente operativo entro i prossimi sei mesi, ma le attività di ricerca saranno avviate sin dall’inizio con il personale del dipartimento che afferisce al centro, 16 professori e ricercatori e 5 tecnici strutturati, oltre a 11 giovani ricercatori e 5 tecnici, reclutati specificamente con le risorse del centro, e tesisti, che metteranno a disposizione le loro competenze per lo sviluppo delle attività oggetto dell'accordo, in piena continuità con quanto svolto precedentemente in collaborazione con Solvay. Un altro indicatore riguarderà gli output della ricerca, ossia le pubblicazioni scientifiche; il deposito di brevetti; la partecipazione a congressi; lo sviluppo di progetti di ricerca integrati; la formazione di tesisti e dottorandi di ricerca; la divulgazione scientifica e tecnologica.

L’accordo prevede infine la costituzione di un comitato tecnico-scientifico paritetico, composto da tre rappresentanti UPO-DiSIT e tre rappresentanti Syensqo.