Le esportazioni trainano il buon 2023 delle macchine utensili

Barbara Colombo, presidentessa uscente
di Ucimu, con Emanuele Orsini, presidente
di Confindustria. (Foto Linkedin/Ucimu)

Il 2023 si è confermato anno favorevole per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, grazie all’ottimo andamento delle esportazioni, mentre cala la domanda interna. Con questi risultati, l’industria italiana di settore si posizione al quinto posto nella classifica mondiale di produzione e quarta in quella di export e consumo. Le previsioni per il 2024 mostrano un calo moderato della produzione, poiché al trend positivo dell’export si contrappone ancora la riduzione delle consegne sul mercato interno. Il rallentamento della raccolta ordini nella prima parte dell’anno è frutto dell’incertezza del contesto sia in Italia che all’estero. Questo, in sintesi, è il quadro illustrato dalla presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre, Barbara Colombo, in occasione dell’assemblea dei soci a cui è intervenuto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Nel corso dell’assemblea Barbara Colombo ha passato il testimone a Riccardo Rosa, che guida l’azienda Rosa Ermando, azienda leader mondiale nel settore della produzione di macchine rettificatrici, ed è stato eletto alla presidenza di Ucimu-Sistemi per Produrre per il biennio 2024-2025.

Nel 2023, la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione ha segnato un nuovo record, attestandosi a 7.615 milioni di euro, per un incremento del 4,6% rispetto al 2022. Risultato, come anticipato, dovuto alle esportazioni, che hanno raggiunto il valore record di 4.223 milioni di euro, pari al 21,8% in più rispetto al 2022. Il consumo è calato, del 7,8%, a 5.816 milioni, penalizzando le consegne dei costruttori italiani, scese dell’11% a 3.392 milioni di euro, e le importazioni, risultate in calo del 3% a 2.425 milioni di euro. Il rapporto export su produzione è tornato a crescere passando, dal 47,6% del 2022, al 55,5% del 2023. Nel 2023, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Stati Uniti (567 milioni, +17,5%), Germania (359 milioni, +17,2%), Cina (286 milioni, +26,6%), Francia (247 milioni, +28,2%), Polonia (215 milioni, +14,5%), Turchia (211 milioni, +70,9%), Messico (195 milioni, +133,1%), Spagna (130 milioni, +9,4%), India (117 milioni, +77%), Regno Unito (85 milioni, +44,1%). Ancora elevato il livello di utilizzo della capacità produttiva, la cui media annua è diminuita di poco, passando dall’86,6% del 2022 all’86,2% del 2023. In lieve calo anche il carnet ordini, che si è attestato a 7,3 mesi di produzione assicurata, contro gli 8 dell’anno precedente. Il fatturato di settore ha raggiunto la cifra di 11.012 milioni di euro.

Barbara Colombo con Riccardo Rosa,
neopresidente di Ucimu per il periodo
2024-2025. (Foto Linkedin/Ucimu)

Secondo le previsioni il 2024 dovrebbe segnare un leggero arretramento dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot, e automazione il cui andamento si manterrà comunque su livelli mediamente alti. Al calo moderato registrato da tutti i principali indicatori economici si contrappone la crescita dell’export che segnerà un nuovo record. La produzione si attesterà a 7.450 milioni di euro (-2,2%). Le esportazioni, attese ancora in crescita (+3%), raggiungeranno il nuovo record di 4.350 milioni di euro. A soffrire di più saranno le consegne sul mercato interno (-8,6%) che si fermeranno a 3.100 milioni, penalizzate dalla riduzione del consumo domestico che scenderà (-7,1%) a 5.405 milioni. Anche le importazioni registreranno un calo, fermandosi a 2.305 milioni di euro (-4,9%). La raccolta ordini dei costruttori italiani nel primo semestre segna invece il passo. Nei primi sei mesi del 2024, l’indice Ucimu ha registrato un arretramento del 17,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: -18,7% gli ordini interni; -16,2% gli ordini esteri. A determinare questo risultato poco brillante sono soprattutto le condizioni generali di instabilità in Italia e nel mondo.