Sacchetti non a norma: sequestri in Sicilia e Sardegna

I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine di Palermo e la Brigata di Bosa Marittima (Oristano) della Guardia di Finanza hanno sequestrato nei giorni scorsi rispettivamente due milioni e mezzo e un milione, pari a circa 30 tonnellate in tutto, di buste in plastica non a norma.

Nel primo caso, il maxisequestro ha riguardato due attività che si occupano di commercio all’ingrosso e al dettaglio di imballaggi e l’operazione è stata compiuta nel corso di un normale servizio di prevenzione e controllo sul rispetto della normativa ambientale. Nel secondo ha interessato un rivenditore all’ingrosso di imballaggi a seguito di un’operazione avviata dal Comando Provinciale di Nuoro dopo le segnalazioni del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma, che aveva dato inizio a un serie di controlli a tutela dell’ambiente effettuati anche nei territori di competenza della Brigata di Bosa Marittima.

In entrambi i casi sono in corso ulteriori accertamenti, anche perché pare che lo smercio di sacchetti non conformi alle norme ambientali non riguardi solo le due isole maggiori ma sia diffuso in tutta la penisola e coinvolga per lo più il giro della piccola distribuzione: ambulanti, botteghe, mercati rionali. La convenienza per chi acquista i sacchetti non a norma si spiega con il loro costo, fino a 10 volte inferiore: circa 2 centesimi contro i 20 di quelli compostabili, ossia a norma. Il fenomeno ha anche risvolti ambientali immediatamente evidenti, incidendo sulla raccolta differenziate e, quindi, direttamente sull’ambiente.

Ai commercianti coinvolti sono state comminate le sanzioni pecuniarie previste dalla legge, che possono arrivare a migliaia di euro.