La revisione delle norme sugli imballaggi preoccupa anche i riciclatori

La revisione della normativa UE sui rifiuti da imballaggio prevista per il 30 novembre da parte della Commissione europea potrebbero avere serie conseguenze sul commercio di materiali riciclati, con ripercussioni economiche e perdita di posti di lavoro per le aziende attive nel comparto dell’economia circolare. A lanciare l’allarme è EuRIC, l’associazione europea che raggruppa le aziende del riciclo, attraverso un comunicato stampa.

“Siamo allineati con la visione dell'UE di creare un'economia circolare in cui sia prioritario che i rifiuti vengano riciclati in Europa e non altrove. Tuttavia, le restrizioni all'esportazione non devono compromettere un mercato interno già frammentato che dipende dalla domanda al di fuori dell'UE”, ha affermato Emmanuel Katrakis, segretario generale di EuRIC. “Laddove l'accesso al mercato dei materiali riciclati fosse vietato, il riciclaggio semplicemente non avrà luogo”.

La nota precisa che i legislatori UE hanno compreso l'importanza degli obiettivi obbligatori di contenuto di riciclato, ma questo si estende solo alla plastica. Anche gli obiettivi per carta e metalli, di cui ogni anno vengono esportate 29 milioni di tonnellate, devono essere sanciti dalla legge per garantire un'economia circolare europea per tutti i materiali.

Sebbene la proposta di facilitare il commercio di materiali riciclati all'interno dell'UE, riducendo oneri amministrativi e costi, rappresenti un passo avanti, rimangono ambigui i criteri per impedire tali spedizioni. Pertanto, conclude il comunicato, i riciclatori europei chiedono criteri armonizzati chiaramente definiti per prevenire l'abuso delle spedizioni di rifiuti all'interno dell'UE, facilitando nel contempo una più profonda integrazione del mercato unico dell'UE per i materiali riciclati.

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