Il regolamento CLP è in vigore
L’associazione dei distributori europei di materie plastiche (EPDA) ha rammentato ai fornitori di resine di assicurarsi di essere in regola con gli aggiornamenti legislativi nel campo delle sostanze chimiche soggette a restrizioni, in vista dell’avvicinarsi della scadenza per le PMI dell’obbligo di registrare i prodotti chimici usati nei propri processi produttivi. L’EPDA - voce dell’industria europea della distribuzione di plastica sin dal 1973 - ricorda che l’ultimo regolamento CLP, relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio, è entrato in vigore a inizio giugno 2015. Per quanto riguarda il comparto della plastica, d’ora in poi, i fornitori di resine dovranno fornire schede di sicurezza per le sostanze o le miscele classificate come pericolose secondo la cosiddetta Direttiva Preparati Pericolosi. Le restrizioni più severe includono le miscele per assicurarsi che i fornitori comunichino abbastanza informazioni lungo l’intera catena di fornitura, per permettere un utilizzo sicuro dei loro prodotti. Un enorme numero di prodotti deve ora essere rietichettato per conformarsi al regolamento CLP, inclusi beni di consumo diretto come vernici, detergenti e miscele industriali. Come per la direttiva CLP, un sistema d’identificazione delle sostanze privo di ambiguità è un prerequisito fondamentale anche per il regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals), che viene introdotto gradualmente in un periodo di dieci anni, per migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai possibili rischi di determinate sostanze chimiche. La European Chemicals Agency (ECHA) ha adottato la cosiddetta “roadmap REACH” per assicurarsi che tutte le sostanze chimiche potenzialmente pericolose, incluse quelle nuove e quelle importate da paesi extra-UE, siano registrate entro il 31 maggio 2018, scadenza importantissima anche per le società del comparto plastico che producono o importano sostanze in piccole quantità (da 1 a 100 tonnellate l’anno). I grandi fornitori sono stati oggetto di scadenze relative al processo di registrazione delle sostanze già a partire dal 2008. Di conseguenza, è stata pubblicata sul sito internet dell’ECHA una prima lista di “sostanze candidate” a essere potenzialmente pericolose, che dovrà essere consultata dai fornitori di resine prima di impiegare materiali nuovi o importati nei loro cicli produttivi. I miliardi di dollari di danni imposti alle industrie del tabacco negli Stati Uniti e in Canada sono un preciso avvertimento di cosa potrebbe accadere qualora determinate sostanze potenzialmente pericolose (con relative conseguenze sui consumatori) non fossero segnalate chiaramente e accuratamente dai produttori. I responsabili della società Röchling Engineering Plastics, associata a EDPA, affermano che la lista provvisoria si sta allungando in continuazione (161 sostanze pericolose, al momento) e, anche se ciò può significare che molte aziende abbandoneranno l’utilizzo di alcuni materiali attualmente in uso e prima non considerati pericolosi, tale processo potrebbe fornire una spinta per maggiori innovazioni da parte dell’industria europea della plastica. In Röchling sostengono inoltre che: “Le imprese dovranno assicurarsi che tutte le sostanze usate in produzione siano autorizzate dall’ECHA. E comunque, sebbene alcune sostanze sulla prima “lista dei candidati” potrebbero non essere proibite poiché dichiarate solo potenzialmente tossiche, andranno comunque evitate e bisognerà ricercare sostanze alternative. Tutti i grandi fornitori stanno valutando quali saranno le materie prime necessarie dopo il 2018 e sono attualmente in corso programmi di sviluppo per sostituire le sostanze problematiche presenti nella “lista dei candidati”. Ma la situazione è ancora molto fluida e ulteriori prodotti chimici saranno sicuramente aggiunti a tale elenco nel corso dei prossimi anni. In quanto produttori di semilavorati, siamo avvantaggiati dal fatto che i nostri prodotti sono classificati come “articolo” nel regolamento REACH. Quindi, non abbiamo l’obbligo di registrazione delle sostanze, ma solo quello di informazione e notifica”. Una volta che il processo di registrazione sarà completato, l’EPDA spera che l’accresciuta consapevolezza sulle sostanze chimiche che i fornitori trarranno dalla banca dati dell’ECHA possa favorire la competitività dell’industria europea di settore.