In base ai dati diffusi in questi giorni dal locale ufficio di statistica, nel gennaio-marzo dell'anno in corso il commercio estero taiwanese di macchine per materie plastiche e gomma ha registrato una ripresa in entrambi i flussi, rispetto al medesimo periodo del 2009: +9% le importazioni e un ben più consistente +33% all'export.
Gli acquisti dall'estero di macchine a iniezione (512 milioni di dollari taiwanesi, pari a circa 11,7 milioni di euro, ovvero il 22% sul totale) risultano in forte rialzo: +121% a confronto con il gennaio-marzo 2009. La parte preponderante delle forniture (72% del totale) è di provenienza giapponese: i costruttori nipponici si sono quasi riportati ai livelli del primo trimestre del 2008, con un valore di 367 milioni di dollari, contro i 60 del gennaio-marzo 2009. A seguire la Cina che non solo recupera il terreno perso nel 2009 ma più che raddoppia anche il valore del 2008, con oltre 87 milioni di dollari taiwanesi.
Ancora in calo, invece, le importazioni di estrusori - fermatesi appena sotto i 300 milioni di dollari taiwanesi, contro i quasi 440 del gennaio-marzo 2009 - e in questo caso a farne le spese sono soprattutto i costruttori tedeschi, che hanno visto le proprie vendite crollare del 29%.
In forte ascesa gli impianti per mono e multifilamenti, con acquisti che, nel primo quarto dell'anno in corso, con circa 200 milioni di dollari taiwanesi, quasi eguagliano quelli registrati nell'intero 2009; Giappone e Corea del Sud hanno fornito ciascuno un terzo del totale e a seguire troviamo Svizzera con il 25% e Cina con il 9%.
Per quanto concerne l'export, si nota soprattutto la crescita delle macchine a iniezione, che con 2,88 miliardi di dollari taiwanesi (65,6 milioni di euro) costituiscono oltre il 30% del totale settoriale: fra i primi cinque mercati di destinazione, verso i quali è diretto il 64% del valore complessivo, si registrano aumenti esponenziali delle vendite a Cina (fino a 987 milioni di dollari taiwanesi; +285%), India (300 milioni; +363%), Indonesia (183 milioni; +576%), Tailandia (166 milioni; +219%) mentre il Vietnam riporta "solo" un +27%, fino a superare i 190 milioni di dollari. Trascurabile il valore delle vendite all'Italia.