Nonostante permanga ancora qualche dubbio interpretativo sul provvedimento previsto nella Finanziaria 2007 che metterà al bando la vendita di sacchetti non biodegradabili dal 1° gennaio 2011, sembra sfumare la possibilità di un ulteriore rinvio del provvedimento, come era invece accaduto l'anno scorso. Il Governo, dunque, sarebbe intenzionato a rispettare la suddetta scadenza.
Pronta la replica di Unionplast - l'associazione dei produttori di manufatti in plastica parte di Federazione Gomma Plastica - che, in un comunicato stampa datato 14 ottobre, ritiene che la messa al bando dei sacchetti in plastica contenga insidie nascoste con danni all'industria e problemi per il consumatore e consiglia al Governo maggiore prudenza. L'associazione auspica che la norma di messa al bando sia abrogata o quanto meno ne sia posticipata l'entrata in vigore di un tempo congruo durante il quale il Governo possa avviare un vero piano di ricerca che, fino a oggi, non si è visto. Inoltre si augura anche che il Governo, nel rivedere le proprie decisioni in merito al bando, possa invece introdurre norme incentivanti per la produzione di shopper con percentuali di plastica riciclata.
Secondo Unionplast, l'applicazione della norma costringerebbe i consumatori ad acquistare sacchetti monouso per il conferimento dei rifiuti mentre oggi, con un comportamento esemplare, il cittadino italiano utilizza lo shopper almeno due volte, prima per la spesa e poi per i rifiuti.
L'associazione infine ricorda che un analogo provvedimento adottato in passato dalla Francia è stato oggetto di condanna da parte della UE, che non esiste alcuna direttiva comunitaria in materia e che gli shopper sono determinanti per il conferimento sicuro dei rifiuti anche in casi di emergenza, come è accaduto a Napoli. L'impiego forzato di altri materiali è illegittimo ma soprattutto inutile e le prestazioni delle materie plastiche sono ben superiori a qualunque materiale alternativo, confronto che non regge nemmeno sotto il profilo economico.