Al termine dell'incontro "Shopper tra politiche ambientali, giurisprudenza ed esigenze dei consumatori", organizzato da Unionplast, mercoledì 20 aprile a Milanofiori/Assago, molti dei partecipanti erano delusi.
I produttori di sacchetti per la spesa denunciano la scarsa disponibilità di materiale biodegradabile e l'incoerenza interpretativa sulla compatibilità dei sacchetti stessi, derivabile dall'impiego di additivi promossi per la biodegradabilità.
I costruttori di macchine saldatrici, lamentano la totale mancanza di ordinativi dal mercato italiano in quanto i clienti dedicatisi alla produzione di sacchetti biodegradabili, oltre a non avere sufficiente materiale dai produttori, sono molto timorosi alla luce dell'incertezza del mercato.
A quattro mesi dall'entrata della messa al bando dei sacchetti non biodegradabili regna la confusione totale nei negozi, nei supermercati e, soprattutto, fra i consumatori.
Secondo un'indagine della Camera di Commercio, nella città di Milano solo il 20% dei consumatori usa i sacchetti a base d'amido ma la percentuale è in diminuzione; nel frattempo molte casalinghe stanno utilizzando le loro scorte di sacchetti in polietilene, fino a esaurimento (nervoso).
Tutto questo, in attesa che la messa in mora del Governo Italiano da parte della Commissione Europea, con una comunicazione del 6 aprile, produca l'effetto sperato da molti produttori e utilizzatori.