Durante l'assemblea di Federchimica, svoltasi a Milano presso la sede di Assolombarda il 25 giugno, sono stati resi noti i numeri della chimica su scala globale e nazionale.
Nella prima parte del 2012 la chimica mondiale ha registrato un tasso di crescita pari al 2,4% in volume (era il 4,4% a fine 2011), evidenziando un rallentamento che coinvolge anche le aree emergenti, Cina compresa.
A livello europeo, e ancor più italiano, il comparto ha risentito dell'inversione ciclica di fine 2011 dovuta alla crisi di fiducia. Il 2012 in Italia si è aperto su livelli produttivi molto deboli (-5% sulla media del 2011) e – dopo una fase di recupero guidata dal parziale ripristino delle scorte di materie prime da parte dei clienti – le politiche di acquisto sono tornate estremamente caute.
Anche i cedimenti nei prezzi delle commodity chimiche sono giustificati dal rallentamento della domanda mondiale, ma per le imprese di chimica fine e specialistica i costi delle materie prime rimangono ancora alti e resta la necessità di trasferirli sui prezzi di vendita.
La produzione chimica in Italia potrà essere sostenuta dalle opportunità di export che dovrebbero migliorare in corso d'anno, complice anche la debolezza dell'euro. In questo contesto di domanda interna debole e domanda estera in miglioramento, le previsioni per la produzione chimica italiana nel 2012 indicano un calo pari al 2-2,5% circa.
A conclusione dei lavori dell'assemblea, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha commentato le ultime iniziative del governo in merito alla riforma del lavoro e al Decreto sviluppo, ribadendo la necessità di crescere e di rilanciare l'occupazione.