È ancora ampiamente dominato dai segni positivi il commercio estero cinese di macchine e, anzi, sembra aver ripreso slancio dopo un certo rallentamento registrato a fine 2011 e nel primo quarto dell'anno in corso. Non a caso, secondo fonti locali, anche la produzione di macchine nel 2011 aveva mostrato una certa sofferenza, con un calo del 4,3% nel numero di unità consegnate.
Il Giappone si conferma primo fornitore di tecnologia per i trasformatori cinesi, con un terzo del totale dell'import nel primo semestre del 2012; segue la Germania con il 25% mentre l'Italia rappresenta il 5%, con un valore pari a circa 115 milioni di euro.
Sul fronte dell'export cinese, continua la crescita a due cifre delle macchine a iniezione e, in particolare, si rileva un forte aumento delle forniture in Tailandia (più che triplicate rispetto alla prima metà del 2011, fino a un valore pari a oltre 40 milioni di euro), Vietnam (+70%), Stati Uniti (+170%), Messico (+140%). Rallentano, invece, le vendite di macchinari in Brasile e Turchia, che nei mesi precedenti avevano registrato picchi elevati.
Per quanto riguarda l'industria trasformatrice in Cina, in base alle rilevazioni dell'ufficio di statistica locale, la produzione di articoli in plastica nel 2011 è aumentata del 22% rispetto al 2010 ma se è vero che molte aziende, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, hanno incrementato il proprio fatturato, altrettante hanno lamentato perdite. Quasi tutte, però, hanno visto ridursi i propri profitti e ciò potrebbe significare una minore capacità d'investimento in nuove tecnologie, di cui le imprese avrebbero invece bisogno visto l'ancora basso livello di innovazione degli impianti installati.
Nel gennaio-luglio 2012, l'export cinese di prodotti in plastica è comunque aumentato del 7,5% in volume (fino a circa 4,8 milioni di tonnellate) rispetto al medesimo periodo del 2011. Si è però verificato un rallentamento rispetto a giugno.