È partito il 2 ottobre da Bologna un progetto per selezionare nuovi e resistenti funghi e batteri mangiaplastica. Si chiama Bioclean, vede impegnati 19 partner di 9 paesi europei e l'Università di Nanjing ed è coordinato da Fabio Fava, professore di biotecnologia industriale e ambientale presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'ateneo bolognese. Finanziato dall'Unione Europea con 3 milioni di euro, coinvolge anche 7 piccole-medie imprese e PlasticsEurope, che promuoverà e implementerà i risultati ottenuti in Europa.
Per selezionare i microrganismi più efficienti, capaci di degradare diversi tipi di polimeri sintetici - quali polietilene, polistirene, polieteri, poliesteri e PVC - si attingerà dalla plastica proveniente dalle discariche e dai fondali marini, così come da collezioni dedicate. Le colture microbiche più promettenti saranno sfruttate nello sviluppo di processi biotecnologici pilota e di strategie di "bioaugmentation" per stimolare la biodegradazione di plastiche presenti in ambienti marini, in impianti di compostaggio o di digestione anaerobica dei rifiuti, interventi che saranno valutati anche dal punto di vista della sostenibilità economica e ambientale e applicati a una strategia di riduzione dell'inquinamento nel Mar Egeo.
Il progetto costituirà inoltre l'occasione per studiare il tasso di biodegradazione e il percorso attraverso il quale la maggior parte dei polimeri viene biodegradata e per valutare l'eventuale impatto dei prodotti di biodegradazione a livello ambientale. Verranno infine analizzati la possibilità di valorizzare i prodotti ottenuti tramite il loro riutilizzo per la produzione di nuovi polimeri e/o di polimeri ibridi e l'effetto, in termini di tasso, resa e percorsi di biodegradazione, di eventuali pretrattamenti dei polimeri.