Molti anni fa, uno dei primi direttori editoriali di riviste specializzate in Italia - un ingegnere che faceva ancora i conti con il regolo calcolatore, ma che era stato ufficiale (e quindi reduce) durante la campagna italiana di Russia e poi dirigente d’azienda - teneva sempre a precisare che “qualsiasi manifestazione fieristica che si svolge sul suolo tedesco eccelle sia come palcoscenico d’innovazione sia come valenza internazionale”. Certo è che, durante l’incontro stampa milanese del 10 maggio, incentrato sul K 2022, Thomas Franken, responsabile di progetto per la divisione Plastics & Rubber di Messe Düsseldorf, ha esordito con un ulteriore tassello che avrebbe stupito quell’ingegnere: la lode all’empatia.
La questione di fondo è che, con la pandemia ancora in corso in diversi Paesi e con lo smarrimento causato dalla guerra Russia-Ucraina, c’è comprensibile voglia d’affabilità pure in materia di business. “Sono lieto di ribadire che la fiera K di quest’anno sarà una manifestazione in presenza”, ha infatti detto subito Franken ai giornalisti presenti all’incontro, “perché nel corso di questi ultimi due anni abbiamo capito che la sana convivialità del vis-à-vis non può essere sostituita appieno dai rigidi incontri virtuali”. Dopodiché Franken ha vestito i panni del pragmatico rappresentante dell’eccellenza teutonica in campo fieristico, ricordando che: “Delle 45 manifestazioni gestite da Messe Düsseldorf, ben 43 di esse - K compreso - vantano una più che riconosciuta valenza a livello globale. E sono i numeri che lo confermano”. Pare infatti che il K 2022 sia già “sold-out”. Tutti i 175 mila metri quadrati di superficie espositiva sono prenotati, con più società in lista d’attesa per quanto riguarda le aziende italiane.
“Nel Belpaese la voglia di ripartire è davvero forte”, ha spiegato Armando Honegger (in foto, a destra, insieme a Franken e alla sua interprete), CEO dell’omonima società che rappresenta Messe Düsseldorf in Italia. “Anche se, rispetto all’ultima edizione del 2019, quest’anno abbiamo qualche azienda italiana in meno (390 rispetto alle precedenti 430), è cresciuto il suolo espositivo prenotato, passando da 26 mila metri quadrati utili a 27 mila”. È lecito pensare che tale incremento di superficie espositiva pro-capite sia segno delle elevate aspettative che vi sono verso il K e che le liste d’attesa siano solo l’indice di una minore rapidità nell’iscrizione, dovuta forse all’attuale periodo d’incertezza. Un altro aspetto clou riguarda le tematiche che, dal 19 al 26 ottobre, rappresenteranno un po’ il fil-rouge del K 2022. “Economia circolare, digitalizzazione e protezione del clima sono i temi principali dell’edizione di quest’anno”, ha puntualizzato Thomas Franken. “Tre punti che rispecchiano la volontà delle imprese di passare dal paradigma che vede la plastica come “madre di tutti i guai” dell’ambiente alla sua elevazione al ruolo di soluzione del problema”.
In tal senso, Franken ha citato il Circular Economy Forum organizzato dall’ente fiera in collaborazione con VDMA, la federazione tedesca che rappresenta gli interessi di oltre 3000 imprese del settore beni strumentali, quindi la mostra “Plastics Shape the Future”, con tanto di seminari e convegni ad hoc, e lo Science Campus per gli incontri tra ricerca e impresa. In chiusura della conferenza stampa meneghina i rappresentanti di Messe Düsseldorf hanno ben illustrato l’ordinamento dei tre macrosettori merceologici presenti al K 2022 (vedi piantina della struttura fieristica tedesca), ovvero:
- macchine e attrezzature, che occupano i padiglioni 1, 3, 4, 8b e poi quelli compresi dal 9 al 17;
- materie prime e materiali ausiliari, in mostra nei padiglioni 5, 6, 7, 7a, 8a e 8b;
- semilavorati, parti tecniche e prodotti in plastica rinforzata, ospitati nei medesimi padiglioni 5, 6, 7, 7a, 8a e 8b.