In base al consuntivo di settore relativo al 2012, elaborato da Assocomaplast (l'associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per materie plastiche e gomma), il valore della produzione del comparto è stato sostenuto, ancora più che in passato e in misura maggiore rispetto ad altri segmenti della meccanica strumentale italiana, dalle esportazioni, con un andamento positivo che, pur attenuatosi con il passare dei mesi, ha consentito ai costruttori italiani di compensare l'estrema debolezza della domanda interna.
Infatti, come risulta anche dall'indagine congiunturale periodica svolta dall'associazione su un campione di aziende trasformatrici italiane, nel corso del 2012 si è via via delineato un andamento decisamente negativo per il mercato domestico, che ha evidentemente influenzato anche la propensione delle aziende all'investimento in nuovi macchinari. Cionondimeno, le ultime previsioni a 3-4 mesi risultano improntate a un minore pessimismo. Peraltro, nell'ultima rilevazione bimestrale effettuata tra i propri associati (quindi costruttori di macchine e attrezzature), Assocomaplast ha rilevato che per i prossimi mesi non sono attesi mutamenti significativi nell'acquisizione di ordini.
L'analisi delle tipologie che rappresentano le quote più significative sul totale dell'export, a prescindere da quelle generiche e/o aggregate, mostra un incremento di 9 punti nelle vendite di estrusori e di 18 nelle macchine per soffiaggio, mentre quelle a iniezione, oltre a perdere in valore la loro originaria importanza, segnano una contrazione del 20% nel 2012 rispetto al 2011, peraltro riconducibile anche all'uscita dal mercato o alla grande difficoltà che stanno attraversando alcune aziende storiche.
Gli estrusori sono stati esportati in primo luogo (ossia con valori fra 22 e 26 milioni di euro ciascuno) in Germania, Russia, Francia, Cina, con aumenti a due cifre rispetto al 2011. La progressione delle macchine per soffiaggio è riconducibile in particolare a forniture molto più consistenti a Stati Uniti (da 11 a oltre 20 milioni di euro, diventando quindi di larga misura il primo mercato di destinazione di questa tipologia di impianti), Russia (da 3 a 7 milioni) e Polonia (da meno di 600 mila a 4,7 milioni), solo per citare i casi più significativi di scostamento anno su anno.
Una menzione a parte meritano gli stampi, che ormai rappresentano oltre un quarto dell'export totale e che hanno chiuso il 2012 con un incremento del 19% sul 2011. In  questo caso si nota il boom di vendite alla Serbia, da 1,4 a oltre 21 milioni di euro (probabilmente in parte riconducibile all'attività dello stabilimento Fiat a Kragujevac), e gli incrementi sostenuti nel caso di Polonia (+37%, fino a circa 48 milioni) e, ancora, Stati Uniti (+71%, 22 milioni).
Va sottolineato che la progressione delle vendite verso Europa e Nord America a fronte di una contrazione verso il quadrante sudamericano e, soprattutto, asiatico risulta sostanzialmente comune anche agli altri principali paesi costruttori di macchinari. Più nel dettaglio, la classifica dei principali paesi di sbocco delle vendite italiane vede nelle prime cinque posizioni, con lo stesso ordine del 2011, Germania (con il 14,6% del totale e un aumento del 6,8%), Francia (6,8%; +10,9%), Stati Uniti (6,2%; +32,9%), Cina (5,4%; -6,4%), Russia (5,2%; +17,8%).