Una sintesi delle statistiche presentate in occasione della Injection Moulding & Blow Moulding International Conference, svoltasi recentemente a Mumbai, indica che, a livello mondiale, la domanda di PET dovrebbe sfiorare nel 2013 i 19 milioni di t, a fronte di una capacità produttiva di poco più di 26 milioni. Nel 2016 il consumo potrebbe toccare i 24 milioni di t, con una capacità di 31. Nel prossimo triennio l’aumento più consistente della domanda dovrebbe verificarsi nell’area asiatica (+41% fino a 9,7 milioni di t) mentre la capacità produttiva locale potrebbe crescere di soli 4 punti. A seguire, il quadrante del Medio Oriente/Africa (+23% di consumo, fino a 2,7 milioni di t), quello europeo (+22%, con 5 milioni), quello sudamericano (+19% e 1,9 milioni) e infine il nordamericano (+15% e 4,5 milioni). Per quanto concerne le applicazioni, il tasso di crescita più elevato, entro il 2016, è quello degli imballaggi per prodotti farmaceutici e agroalimentari (+11%), seguito dai contenitori per bevande (+9%),foglie in PET (+8%), bottiglie e flaconi per alimenti (+6%) e per bevande gassate (+5%). Le potenzialità del PET nell’ambito dell’industria dell’imballaggio in India sono ancora molto elevate. A prescindere dall’imbottigliamento dell’acqua (5,7 miliardi di unità prodotte nel 2011, tutte in PET), la diffusione del materiale è ancora bassa tra gli altri segmenti:
- bevande gassate: 3,5 miliardi di bottiglie, di cui 1,3 in PET;
- birra: 3,1 miliardi, non ancora utilizzato il PET;
- succhi di frutta, the, bevande varie non gassate: 2,4 miliardi, di cui 300 milioni in PET;
- contenitori con dispenser per liquidi vari: 22,8 miliardi, 50 milioni in PET.
Il consumo pro-capite di questo materiale in India è di circa mezzo kg, tra i più bassi rispetto ai paesi mediamente sviluppati dell’estremo oriente, contro i 9,4 degli Stati Uniti, gli 8,3 dell’Italia e i 2,7 circa della media mondiale. Il consumo locale di PET nel 2013-2014 dovrebbe aggirarsi sulle 600 mila t, a fronte di una capacità produttiva attuale di 680 mila, a cui potrebbero aggiungersi 780 mila t generando così, almeno a brevissimo termine, una notevole sovraccapacità che potrebbe essere riassorbita solo entro qualche anno.