La bozza di direttiva sugli shopper per asporto merci anticipata da www.endseurope.com, sito europeo di informazione ambientale, introduce la possibilità di utilizzare i divieti come strumento per la riduzione degli shopper, con ciò confermando quindi la validità della soluzione adottata dall'Italia.
Assobioplastiche chiede all'Italia di cogliere l'occasione per mantenere una leadership nell'innovazione sostenendo il provvedimento al momento della discussione parlamentare in modo da potere introdurre il più possibile anche a livello europeo la soluzione adottata dalla normativa nazionale.
In base alla proposta di revisione della direttiva sugli imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWD = Packaging and Packaging Waste Directive), a tutti gli stati membri dell'Unione Europea verrà chiesto di adottare politiche per la riduzione del consumo degli shopper.
Fino a oggi si riteneva che tale proposta, che sarà resa pubblica a breve, avrebbe vietato oppure pesantemente tassato i sacchetti in plastica. Da quanto è trapelato, tuttavia, sembra che i paesi membri avranno a disposizione più strumenti.
Una rettifica dell'articolo 4 della direttiva afferma che tali strumenti potrebbero includere: una riduzione dei target nazionali, imposte oppure restrizioni di mercato come i divieti.
L'articolo modificato evidenzia che le restrizioni di mercato sarebbero in deroga all'articolo 18, che attualmente non consente misure che possano impedire l'immissione di imballaggi sul mercato europeo.
Gli stati avrebbero poi due anni di tempo, dopo l'entrata in vigore della direttiva revisionata, per prendere le misure del caso.
L'obiettivo è tagliare del 20% il consumo medio europeo, in linea con i sette paesi più virtuosi in questo ambito. La proposta riguarda i sacchetti con uno spessore inferiore ai 50 micron, che sono quelli maggiormente utilizzati in Europa.
Roman Pills, dell'organizzazione non governativa "Better Green Earth", ha accolto positivamente la deroga proposta che consente alcune restrizioni e ha affermato: "L'applicazione dell'articolo 18 all'intera direttiva è, a nostro avviso, sbagliato e non risolve i problemi descritti nella Carta Verde dei rifiuti plastici".