Un recente studio pubblicato dalla società di consulenza specializzata Freedonia rivela che la domanda statunitense di imballaggi per prodotti alimentari freschi dovrebbe superare il valore di 4,2 miliardi di euro entro il 2017. Un dato positivo, questo, che supera le aspettative di crescita già buone per tale settore, grazie alla sempre maggior attenzione posta a: protezione e freschezza degli alimenti; consumo, ormai largamente diffuso, di cibi in porzioni pronte all'uso, che necessitano di involucri ad alte prestazioni; tracciabilità alimentare, al fine di impedire contaminazioni.
Nonostante gli imballaggi in cartone ondulato rimangano i più diffusi, i contenitori in materiale plastico registreranno l'aumento più significativo, spinti, per esempio, dal consumo di piccoli frutti e dalla diffusione dei cosiddetti contenitori a conchiglia, di solito utilizzati per porzioni alimentari destinate al settore della ristorazione, oltre che alla vendita al dettaglio. Le confezioni di tipo stand up dovrebbero allargare il proprio orizzonte applicativo grazie all'appeal estetico e ai costi più contenuti rispetto agli imballaggi rigidi. Anche per sacchi e sacchetti si dovrebbe prospettare un trend di segno positivo, soprattutto per quelli traspiranti e per quelli con effetto barriera che, sebbene più costosi, garantiscono una vita in scaffale più lunga per i cibi pronti. Bene anche le vaschette richiudibili, su cui si concentrano gli sforzi per giungere a soluzioni sempre più "green", grazie all'impiego di materiali compostabili.