Alcune recenti indagini di mercato confermano il dinamismo del settore del packaging flessibile, che dovrebbe crescere a livello mondiale a un tasso del 5,1% all'anno fino al 2018. Il comparto alimentare risulta il principale campo applicativo per volume e valore e dovrebbe mostrare significativi segnali d'incremento anche nei prossimi anni, mentre i sei principali protagonisti (l'australiana Amcor, gli statunitensi Sealed Air, Bemis e Sonoco, la sudafricana Mondi e la finlandese Huhtamaki) rappresentano il 58% dell'industria mondiale dell'imballaggio flessibile.
Per quanto riguarda i materiali impiegati, il primato spetta al polietilene, con una quota del 32% e un tasso di crescita del 5,1%, seguito dal polipropilene (che dovrebbe mettere a segno un +4,9% entro il 2018), inclusi il BOPP e il CPP. In particolare, il polipropilene biorientato detiene l'80% del mercato e, secondo le previsioni, dovrebbe crescere del 5,2% all'anno fino al 2018.
La regione Asia-Pacifico rappresenta il mercato principale per il packaging flessibile, grazie all'azione di traino esercitata da Cina e India, che risentono sempre più del processo di occidentalizzazione delle abitudini e dei consumi, anche alimentari.
Lo stesso avviene per il Brasile e gli altri paesi dell'America Latina, dove le Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro dovrebbero rappresentare un forte stimolo turistico e di conseguenza per il consumo di generi alimentari confezionati, così come di cosmetici e farmaci.
Se nel 2011 la domanda complessiva di imballaggio flessibile nei mercati emergenti è stata valutata in 14 miliardi di dollari - circa il 20% dell'intera domanda mondiale di 70,6 miliardi di dollari - entro il 2016 si prevede che aumenteranno almeno del 50% sia l'utilizzo di imballaggi flessibili sia gli investimenti nel settore del converting. Negli ultimi cinque anni il tasso di crescita medio si è attestato intorno all'11%, ovvero due volte quello mondiale, con l'India che rappresenta il 27% della produzione totale di packaging flessibile nei paesi emergenti.
Recenti studi hanno individuato tredici paesi (Polonia, Russia, Turchia, Messico, Brasile, India, Indonesia, Tailandia, Vietnam, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Nigeria e Sudafrica) che, sommati, valgono 14 miliardi di dollari e che, dal 2006, hanno registrato un incremento del 70%, rappresentando attualmente il 20% della domanda mondiale. In generale si può affermare che tutti i mercati emergenti sono cresciuti marcatamente nell'ultimo quinquennio e che, tra il 2006 e il 2011, solo tre di tali paesi hanno registrato una crescita complessiva inferiore al 30%.